venerdì 9 maggio 2008

Presenza o pensiero ?

Se intendo cambiare la mia vita forse non potrò mai farcela ragionando sopra alla cosa, a volte mi chiedo se la mia forza interiore, il mio animo, la mia realizzazione, vivano agli antipodi dei pensieri. L'anima ama i pensieri ?
Forse è necessario essere presenti, ogni momento ed essere presenti significa non pensare, ma ascoltare i propri stati d'animo senza giudicarli. Lasciarsi trascinare da loro.

Penso molto, sempre, il pensiero è il mio compagno di viaggio e a volte mi sento più forte con i miei pensieri, altre volte sono una fortezza in cui nascondersi, isolarsi, quando il mondo "fuori" sembra non capirti e congiurare contro di te. Con il pensiero cerco di correggere certi miei atteggiamenti, certi errori, certe sbavature della vita, cerco insomma di rimettere le cose a posto.

Ma a volte "penso" che sarebbe meglio osservare gli stati d'animo, come dicevo senza commentarli, soprattutto gli stati d'animo negativi: disagio, incertezza, tristezza. Prendere atto dei propri stati d'animo e basta, senza ragionarci su, senza cercare di dare delle spiegazioni alle proprie emozioni. E' strano cerchiamo di darci risposte soprattutto alle emozioni negative, difficilmente a quelle positive, eppure sono pur sempre emozioni e hanno un punto di genesi comune; forse avendo una connotazione negativa tendiamo a non accettarli.

Ma come l'acqua anche i sentimenti negativi se ne vanno. Forse se ci faccio tanti ragionamenti sopra rischio di fissarli più a lungo in me. Quando si fanno degli errori nella vita o si sbaglia nelle decisioni si pretende subito dopo di "imporsi" una svolta per garantirci che non succederà più. E sbagliamo ancora una volta.

Non devo diventare un buon venditore, un buon manager o un uomo realizzato negli affari e nella vita, forse devo semplicemente "vivere" pienamente quello che sto facendo, attimo dopo attimo. Così si costruisce il futuro ?

Ha scritto Nietzsche che "...noi abbiamo inventato il concetto di scopo, ma nella realtà lo scopo manca... si è necessari, si è un frammento di Destino, si appartiene al Tutto, si è nel Tutto...".

Se così è occorre porre attenzione in ogni azione che si compie, concentrarsi sull'azione, rimanere nell'azione e dimenticare totalmente lo scopo. Quando si agisce senza un fine, senza alcuna aspettativa, l'azione stessa diventa un fine e la ricompensa è immediata.

Allora in conclusione: "Fare è Ricevere" ?

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