giovedì 29 settembre 2011

Facebook, Linkedin e dintorni si lavora in buona compagnia


Amici o possibili clienti? Relazioni di amicizia o contatti per le nostre pubbliche relazioni? Capire cosa si celi realmente dietro una richiesta di amicizia in un social network è un’operazione semplice. Eppure c’è chi gioca su questa ambiguità per creare delle vere e proprie reti di relazioni e chi cerca al di fuori dei siti dedicati ai rapporti d’affari di trovare nuovi sbocchi per il proprio business o semplicemente promuovere un prodotto. 

Certo è che l’offerta di social network per chi fa del business non manca tanto che una rapida rassegna online permette di scovarne di ogni tipo. Qualcuno è più famoso, altri meno. Si va da Plaxo, una sorta di rubrica avanzata per rimanere in contatto a nomi di grande impatto come Perfect Business, dedicato a imprenditori, investitori ed esperti di business che incoraggiano il reciproco successo. Altri hanno una funzione più pratica come Ryze, una rete business che aiuta gli utenti a organizzarsi per interessi, location e impieghi presenti e passati, come Jasezone, una comunity dove puoi trovare clienti potenziali e business partner oppure come Ecademy che permette di mettere in rete e condividere conoscenze o altro.In Entrepeneur Connect, invece, i professionisti possono comunicare, collegarsi e collaborare con altri, mentre in Fast Pitch si può spiegare il proprio lavoro e creare connessioni. Focus ha l’aspirazione di essere una comunità focalizzata nell’aiutare chi prende decisioni d’affari e professionisti dell’Information& Technology a scegliere il meglio. Insomma ce n’è di ogni tipo, anche chi come Networking for professionals cerca di combinare business e vita reale. 


Alcuni possono addirittura essere raggruppati per categorie e una delle più interessanti è quella dei social network che si rivolgono alle nuove iniziative imprenditoriali. I nomi sono già un programma. StartupNation è specializzata nello scambio di idee tra imprenditori e aspiranti creatori di nuovi business, Young Entrepeneur è una specie di forum per imprenditori e appassionati nel promuovere business propri o di altri e Cofoundr è una comunità di imprenditori, programmatori, designer, investitori e altre individualità impegnate nel lanciare nuove iniziative. Un’altra categoria si rivolge ai piccoli imprenditori, in particolare PartnerUp, Biznik e E.Factor. E se non bastano, ecco Upsrising il social network che serve per promuoversi o Ziggs il portale di connessioni professionali basato sui principi della professionalità e del rispetto. A livello europeo, poi, spopola Xing, un network con più di 7 milioni di membri, mentre dopo la quotazione Linkedin ha messo le ali. L’obiettivo è di mettere in comunicazioni professionisti di ogni genere e creare contatti e il modello sembra funzionare, visto che i dati finanziari comunicati a metà anno sono stati di tutto rispetto. Nel secondo trimestre Linkedin ha raddoppiato il fatturato, a 121 milioni di dollari dai 54,9 dello stesso periodo del 2010 e facendo meglio dei 105 milioni previsti. 


Dati che hanno permesso al management di ritoccare al rialzo le stime del terzo trimestre (fatturato tra i 121 e i 125 milioni di dollari) e dell'intero anno con giro d'affari previsto tra i 475 e i 485 milioni. Di pari passo è andato il numero degli utenti, cresciuto del 61% a 115,8 milioni e quello di contatti unici (più l'83% a 81,8 milioni). E l’azienda fa anche utili: a fine giugno l’ultima riga di bilancio era in nero per 4,5 milioni di dollari. «Ci sono le condizioni per realizzare il pieno potenziale della piattaforma Internet, continuando a investire nella squadra, in nuove tecnologie e prodotti», ha esultato l'amministratore delegato di Linkedin, Jeff Weiner. Ma come i social network possano essere oltre che orientati al business, catalizzare anche gli investimenti pubblicitari delle aziende, lo ha spiegato bene Dick Costolo, l'amministratore delegato di Twitter, quando quest’estate ha deciso di passare qualche giorno di vacanza in Italia. 


Lui da solo ha quasi un milione di "seguaci" su Twitter e la sua opinione è in grado di creare abitudini, consigli e mode. Il sito muove un miliardo di tweet ogni sei giorni e 350 milioni di contatti unici al mese. Uno degli esperimenti più riusciti è avvenuto con il gruppo Volkswagen che in occasione del lancio del nuovo maggiolino (Beetle) ha raccolto su Twitter risposte positive dagli utenti pari al 52% dei contatti. O con Radio Shack, specializzata nell’elettronica di consumo, che dopo una promozione di un giorno su Twitter ha portato nei tre giorni successivi a una crescita delle vendite superiore al 10 per cento.Il motivo del successo è presto spiegato. Nei social network gli utenti possono aggiungere nel loro profilo un collegamento alla pagina della propria marca preferita, proprio come fanno con gli amici che partecipano al network. In questo modo il brand non viene più percepito come proprietà di un’azienda che vuole solo vendere un prodotto, ma diventa un vero e proprio amico. E il meccanismo del passaparola è quanto di meglio ci sia per creare una moda o una brand di successo.


Walter Galbiati

domenica 25 settembre 2011

Il futuro è più forte della crisi


La settimana che ci lasciamo alle spalle non solo ha bruciato miliardi di euro sui mercati internazionali, ma sembra aver intaccato anche le speranze dei più tenaci ottimisti. In un momento simile è davvero urgente, come ha suggerito Christine Lagarde, che tutti i Paesi mettano da parte campanilismi ed esitazioni ed inizino a lavorare in modo più armonico e coordinato per ritrovare, in tempi più brevi possibili, stabilità finanziaria senza penalizzare ulteriormente la crescita.

Tuttavia, anche in un momento così critico, è importante essere in grado, di tanto in tanto, di alzare la testa e saper intravedere le trasformazioni e le opportunità che si dispiegano nel lungo periodo. Provare a leggere i fatti di oggi non con la lente della cronaca, ma con quella della storia, per capire se e come questa fase si può inserire in un’evoluzione più ampia che abbia, alla fine, uno sbocco positivo.D’altronde la storia economica dell’occidente è costellata da crisi continue e da alcune fasi di grandi cambiamenti epocali, fasi in cui cambia il paradigma produttivo, l’organizzazione industriale e sociale di un Paese. Ogni volta che ci troviamo di fronte a tali trasformazioni ci sentiamo minacciati, in pericolo, pensiamo d’essere di fronte alla fine del nostro mondo e della nostra società. Ma la verità è che poi il nostro mondo è sempre andato avanti. E sempre in meglio. Noi siamo probabilmente di fronte ad uno di questi cambiamenti «paradigmatici». Un cambiamento che, però, siamo incapaci di vedere e accettare. Uno dei motivi per cui siamo così incapaci di coglierlo è che siamo ancorati ad una visione dello sviluppo economico come di un fenomeno limitato, che non può durare all’infinito perché in fondo le risorse stesse sono limitate ed esauribili. È la stessa convinzione che ci fa credere che lo sviluppo sia un gioco a somma zero, in cui se uno guadagna l’altro perde. Ed è una visione miope e antistorica, che ci rende inutilmente catastrofici. Le risorse certamente sono finite, ma le modalità con cui si possono combinare ed utilizzare per creare prodotti e sviluppo (e occupazione) non lo sono. Per fare un esempio, agli inizi dell’Ottocento l’illuminazione si basava sull’olio di balena, una risorsa costosa e limitatissima. Molti all’epoca avranno pensato che nel giro di pochi anni sarebbero tornati tutti al buio, oppure che se i cinesi cominciavano a volere più lampade, avrebbero lasciato l’Europa e l’America al buio. Ma non è stato così. E non lo è stato grazie ad un geologo canadese che nel 1849 ha ideato un modo per distillare il cherosene dal petrolio, una risorsa più economica e abbondante delle balene. E così si è aperta una nuova era per l’illuminazione: più accessibile e duratura. Sostituita poi dall’elettricità, ancora più accessibile e «pulita». E trasformazioni così sono accadute e continuano ad accadere per i trasporti, l’industria, l’agricoltura. Anche solo ripercorrendo questi banali esempi ci rendiamo conto di come le possibilità di crescita e di trasformazione economica siano potenzialmente illimitate. Basta saper dar spazio all’innovazione e al cambiamento tecnologico, perché queste sono l’unica vera molla che nel corso della storia ha guidato questi processi di sviluppo. Innovazione nei modi di usare e organizzare le risorse naturali, il lavoro, ma anche l’istruzione, l’intelligenza umana, e persino i nostri sistemi politici. E’ per questo che, pur nell’esigenza di trovare soluzioni-tampone all’emergenza attuale, è importante non perdere di vista i grandi processi che guidano la crescita nel lungo periodo e tenere un occhio sempre attento a tutti i segnali di innovazione che si annidano nel lavoro di ricercatori, scienziati e imprenditori visionari. Perché questi sono già pezzetti di futuro che ci germogliano in seno.Purtroppo, mentre le innovazioni che potrebbero disegnare il nostro futuro stanno prendendo forma in qualche angolo del mondo, noi sembriamo incapaci di uscire dai vecchi paradigmi. E continuiamo a chiederci quali industrie sovvenzionare, quali accordi commerciali o quali dazi o incentivi ripristinare per tenere in vita le nostre vecchie fabbriche sempre più vuote. E pensare che nel 1948 l’economista americano Edgar Hoover scrisse: «L’importanza relativa della manifattura come fonte di occupazione ha raggiunto ed esaurito il suo picco una generazione fa». E certamente la manifattura che conosceva Hoover andò progressivamente scemando. Ma l’economista non sapeva che proprio in quegli anni nei laboratori di alcune aziende e università americane stavano germogliando innovazioni che hanno portato ad una nuova rivoluzione industriale, quella dei computer e dell’elettronica. Una rivoluzione che ha cambiato radicalmente non solo le nostre aziende ma le nostre vite e la nostra società, con una spinta espansiva che era inimmaginabile nel momento in cui Hoover scriveva.Certamente oggi è importante e urgente tamponare l’emergenza dei debiti sovrani, cercando magari di riattivare un po’ di occupazione con i mezzi e nelle realtà oggi disponibili. Ma non è lì che giace il nostro futuro. Cerchiamo di non abbassare troppo lo sguardo altrimenti rischiamo di farcelo sfuggire quando ci passerà davanti.


Irene Tagli - La Stampa

sabato 24 settembre 2011

Una vita valida

La facilita' addormenta l'ideale. Niente lo risveglia meglio che la sferza di una vita dura. Essa ci permette di cogliere la profondità dei doveri da compiere, della missione di cui occorre essere degni. Una cosa sola conta: avere una vita valida, affinare la propria Anima, avere cura di essa in ogni momento, sorvegliarne le debolezze ed esaltarne le tensioni, servire gli altri, spargere attorno a se felicita' ed affetto, offrire il braccio al prossimo per elevarsi tutti aiutandosi l'un l'altro. L'Anima solo conta e deve dominare tutto il resto. Dobbiamo essere forti, duri e gioiosi attraverso tutto il sole della nostra Anima. Sottrarsi dalle catene del denaro, degli onori, dei corpi sciupati dall'avidita' che ti illude di carpire una felicita' terrena che invece sfugge di mano e sempre si sottrae, rendendo il gregge umano un'orda miserabile che si avventa, si sbrana, per trovare liberazioni inesistenti. Il mondo invece ha necessita' di speranza, di etica, di carità, di giustizia, di umiltà, per risollevarsi. La fede ha valore solo quando si conquista, l'amore quando arde, la carità quando e' salvamento.

martedì 20 settembre 2011

Agire con compassione

Sentirsi profondamente diversi dagli altri, odiarli e litigare con loro implica che il cuore manca di compassione. Se una persona agisce sempre con compassione, non sorgeranno conflitti.
Appena una persona possiede un pò di conoscenza si dà arie da sapiente: è una questione di inesperienza.
Quando qualcuno sa veramente, non lo fa notare: un individuo simile è ben educato.

Hagakure (II, 108)

sabato 17 settembre 2011

L'anima del Guerriero

...la bontà giusta del sangue, l'abilità sana dei nervi, l'innocenza e la purezza degli occhi, il disinteresse e la generosità del cuore, la nobiltà e la distinzione dell'anima e la rivoluzione spirituale... la salvezza del mondo risiede nelle anime che credono... la facilita' addormenta l'ideale, niente lo risveglia meglio che la sferza della vita dura che permette di cogliere la profondità dei doveri da compiere... della missione di cui occorre essere degni... una cosa sola conta: avere una vita valida, affinare la propria anima, averne cura in ogni momento, sorvegliare le debolezze, esaltarne le tensioni, servire gli altri, spargere attorno a se' felicita' ed affetto, offrire il braccio al prossimo per elevarsi tutti aiutandosi l'un l'altro... L'Anima sola conta e deve dominare tutto il resto...

domenica 11 settembre 2011

Il bene

Se fai il bene, ti attribuiranno secondi fini egoistici.  Non importa, fa' il bene.
Se realizzi i tuoi obiettivi, troverai falsi amici e veri nemici. Non importa realizzali.
Il bene che fai verrà domani dimenticato. Non importa fa' il bene.
L'onestà e la sincerità ti rendono vulnerabile. Non importa, sii franco e onesto.
Da al mondo il meglio di te e ti prenderanno a calci. Non importa, dà il meglio di te.

Madre Teresa di Calcutta

lunedì 5 settembre 2011

Cosa cercano le aziende quando selezionano i manager




Post-Enron, Internet bubble, globalization e glocalization, conflitti e terrorismo nazionali e internazionali, stagnazione o stagflazione. Quali sono gli aspetti più ricercati dalle aziende nella scelta del management per fronteggiare l'odierna situazione di mercato e le sfide globali che ci aspettano.

1. Leadership ed Integrità: In un periodo in cui la fiducia nei business leaders si attesta ai minimi storici e i manager di talento sono molto richiesti (indipendentemente dallo scenario economico), nulla sembra essere più ricercato di quelle persone che, a tutti i livelli, possono ispirare un gruppo di individui a raggiungere obiettivi importanti e difficili. Questo si può ottenere vivendo con onestà e diventando esempio per gli altri, dimostrando una passione capace di diffondersi rapidamente, e dando un significativo valore al lavoro eseguito.

2. Risultati: Come conseguenza della crisi degli start-up legati ad Internet, siamo tornati ai fondamentali ("back to basics") in cui tutti -azionisti, membri del Board, analisti finanziari -si preoccupano dei risultati ottenuti e dimostrabili. Non succede ormai più che le società assumano managers a livelli senior sulla base del potenziale piuttosto che su risultati concreti.

3. General Management /Esperienza di Profit & Loss: I leader più stimati sono quelli in grado di unire la gestione complessiva di una azienda con gli aspetti finanziari legati al bilancio e che capiscono quanto entrambi questi fattori contribuiscano a stimolare la crescita della bottom line. Indipendentemente dal ruolo specifico che una persona occupa, è necessario possedere le competenze di un manager completo, dotato di una visione olistica della propria società.

4. Capacità di Vendita: Tutti gli executive di oggi, CEO compreso, rappresentano i venditori numero uno della società. Devono assolutamente avere questa capacità, in considerazione del fatto che le aziende competono sempre più aggressivamente sul mercato per vincere gare per contratti multi-milionari.

5. Capacità di Esecuzione. La strategia e' una grande cosa e sarà sempre importante. Comunque oggi e per gli anni a venire, la priorità è di trasformare le strategie in risultati concreti e dimostrabili. Ciò richiede un focus continuo sulla esecuzione delle attività di tutti i giorni. Le persone che riescono a svolgere i loro compiti a livello di eccellenza sono valutate più positivamente che mai.

6. Abilità a stringere Partnership e Alleanze. Il presente ed il prossimo futuro saranno caratterizzati dalla necessità di sfruttare al massimo i punti di forza che ciascuna società possiede nonché i suoi vantaggi competitivi. Conseguentemente, in un'era di outsourcing, l'abilità di un business leader nel costruire alleanze strategiche e di partnership sarà sempre più essenziale.

7. Esperienza di Merger & Acquisition. A parte le sempre più importanti capacità di stringere alleanze e partnership, i CEO e il Top Management dovranno mostrare una valida competenza nell'acquisizione e nella fusione di altre società. Molte società hanno realizzato delle acquisizioni per crescere, però soltanto società eccellenti come la General Electric hanno acquisito ed integrato efficacemente le nuove società ottenendo talenti , migliori rapporti con i clienti e nuove linee di prodotto.

8. Familiarità con la Tecnologia e Internet: La tecnologia e Internet devono essere incorporati in tutti gli aspetti delle operazioni interne ed esterne di qualunque società, e questo processo dovrà essere guidato, spinto e sostenuto proprio dai business leader e dai dirigenti.

9. Capacità di Turnaround/ Riduzione di Costi: Considerando che sono sempre in aumento le società che promettono di più di quanto possano effettivamente mantenere, ci sarà bisogno di leaders in grado di ristrutturare le procedure di gestione dei costi, di ridurre i livelli delle spese generali e di individuare le inefficienze nei sistemi di business, per fare diventare la società competitiva in termini di costi.

10. Esperienza e Sensibilità Internazionale. L'economia del mondo sta operando sempre più in modo globale, e questo continuerà nel corso dei prossimi anni. Sarà comunque sempre più essenziale che i business leader riconoscano e siano sensibili alle differenze etniche, culturali e linguistiche che sono ancora molto indietro per quanto riguarda lo sviluppo del business internazionale. Questa capacità sarà utile non solamente per le società, ma e' anche uno degli ingredienti più importanti per aiutare ad equilibrare quelle differenze che rappresentano l'essenza di molti dei problemi più urgenti nel mondo.