Amici o possibili clienti? Relazioni di amicizia o contatti per le nostre pubbliche relazioni? Capire cosa si celi realmente dietro una richiesta di amicizia in un social network è un’operazione semplice. Eppure c’è chi gioca su questa ambiguità per creare delle vere e proprie reti di relazioni e chi cerca al di fuori dei siti dedicati ai rapporti d’affari di trovare nuovi sbocchi per il proprio business o semplicemente promuovere un prodotto.
Certo è che l’offerta di social network per chi fa del business non manca tanto che una rapida rassegna online permette di scovarne di ogni tipo. Qualcuno è più famoso, altri meno. Si va da Plaxo, una sorta di rubrica avanzata per rimanere in contatto a nomi di grande impatto come Perfect Business, dedicato a imprenditori, investitori ed esperti di business che incoraggiano il reciproco successo. Altri hanno una funzione più pratica come Ryze, una rete business che aiuta gli utenti a organizzarsi per interessi, location e impieghi presenti e passati, come Jasezone, una comunity dove puoi trovare clienti potenziali e business partner oppure come Ecademy che permette di mettere in rete e condividere conoscenze o altro.In Entrepeneur Connect, invece, i professionisti possono comunicare, collegarsi e collaborare con altri, mentre in Fast Pitch si può spiegare il proprio lavoro e creare connessioni. Focus ha l’aspirazione di essere una comunità focalizzata nell’aiutare chi prende decisioni d’affari e professionisti dell’Information& Technology a scegliere il meglio. Insomma ce n’è di ogni tipo, anche chi come Networking for professionals cerca di combinare business e vita reale.
Alcuni possono addirittura essere raggruppati per categorie e una delle più interessanti è quella dei social network che si rivolgono alle nuove iniziative imprenditoriali. I nomi sono già un programma. StartupNation è specializzata nello scambio di idee tra imprenditori e aspiranti creatori di nuovi business, Young Entrepeneur è una specie di forum per imprenditori e appassionati nel promuovere business propri o di altri e Cofoundr è una comunità di imprenditori, programmatori, designer, investitori e altre individualità impegnate nel lanciare nuove iniziative. Un’altra categoria si rivolge ai piccoli imprenditori, in particolare PartnerUp, Biznik e E.Factor. E se non bastano, ecco Upsrising il social network che serve per promuoversi o Ziggs il portale di connessioni professionali basato sui principi della professionalità e del rispetto. A livello europeo, poi, spopola Xing, un network con più di 7 milioni di membri, mentre dopo la quotazione Linkedin ha messo le ali. L’obiettivo è di mettere in comunicazioni professionisti di ogni genere e creare contatti e il modello sembra funzionare, visto che i dati finanziari comunicati a metà anno sono stati di tutto rispetto. Nel secondo trimestre Linkedin ha raddoppiato il fatturato, a 121 milioni di dollari dai 54,9 dello stesso periodo del 2010 e facendo meglio dei 105 milioni previsti.
Dati che hanno permesso al management di ritoccare al rialzo le stime del terzo trimestre (fatturato tra i 121 e i 125 milioni di dollari) e dell'intero anno con giro d'affari previsto tra i 475 e i 485 milioni. Di pari passo è andato il numero degli utenti, cresciuto del 61% a 115,8 milioni e quello di contatti unici (più l'83% a 81,8 milioni). E l’azienda fa anche utili: a fine giugno l’ultima riga di bilancio era in nero per 4,5 milioni di dollari. «Ci sono le condizioni per realizzare il pieno potenziale della piattaforma Internet, continuando a investire nella squadra, in nuove tecnologie e prodotti», ha esultato l'amministratore delegato di Linkedin, Jeff Weiner. Ma come i social network possano essere oltre che orientati al business, catalizzare anche gli investimenti pubblicitari delle aziende, lo ha spiegato bene Dick Costolo, l'amministratore delegato di Twitter, quando quest’estate ha deciso di passare qualche giorno di vacanza in Italia.
Lui da solo ha quasi un milione di "seguaci" su Twitter e la sua opinione è in grado di creare abitudini, consigli e mode. Il sito muove un miliardo di tweet ogni sei giorni e 350 milioni di contatti unici al mese. Uno degli esperimenti più riusciti è avvenuto con il gruppo Volkswagen che in occasione del lancio del nuovo maggiolino (Beetle) ha raccolto su Twitter risposte positive dagli utenti pari al 52% dei contatti. O con Radio Shack, specializzata nell’elettronica di consumo, che dopo una promozione di un giorno su Twitter ha portato nei tre giorni successivi a una crescita delle vendite superiore al 10 per cento.Il motivo del successo è presto spiegato. Nei social network gli utenti possono aggiungere nel loro profilo un collegamento alla pagina della propria marca preferita, proprio come fanno con gli amici che partecipano al network. In questo modo il brand non viene più percepito come proprietà di un’azienda che vuole solo vendere un prodotto, ma diventa un vero e proprio amico. E il meccanismo del passaparola è quanto di meglio ci sia per creare una moda o una brand di successo.
Walter Galbiati