di Antonio Carlucci
Istruttori, medici, consulenti per ogni necessità. E orari flessibili, autonomia vera, incentivi a volontà. Viaggio nel quartier generale dell'impresa migliore del mondo.
La riforma sanitaria che Barack Obama vorrebbe e il Congresso non approva non costituisce un problema alla SAS, una società che produce software nel North Carolina e che è tra i leader mondiali del mercato. Gli uomini e le donne che lavorano per la SAS sono coperti da un'assicurazione che viene pagata al 90 per cento dall'azienda. Non basta: ogni volta che hanno un problema - influenza o un dolore alla schiena, un'analisi del sangue o un improvviso mal di denti - trovano a due passi dal loro ufficio un centro dove sono pronti a intervenire 4 medici, 10 infermieri, fisioterapisti, tecnici di laboratorio, psicologi. In tutto 56 persone al servizio dei 4.200 impiegati, quadri e dirigenti del quartiere generale della SAS. Il servizio è totalmente gratuito. Con una sola eccezione: chi prende un appuntamento e poi non si presenta deve pagare 10 dollari. Tutto ciò costa alla azienda 4,5 milioni di dollari l'anno, ma c'è allo stesso tempo un risparmio complessivo di 5 milioni di dollari, il corrispettivo delle ore perse per raggiungere il medico personale.
Al vertice della SAS c'è il suo fondatore, James Goodnight, per gli amici Jim, per tutti gli altri Doctor Goodnight. Uomo del Sud sia per i modi gentili che per l'accento, ha modellato la sua azienda seguendo una filosofia di vita e di relazioni umane ben precisa. La spiega a 'L'espresso' con queste parole nel suo ufficio tutto di pareti di cristallo e punteggiato da una collezione di minerali provenienti dai cinque continenti e dallo spazio, un meteorite nero, liscio e lucido: "Se uno è chiamato alla sfida di creare qualcosa come un software, ha bisogno di non annoiarsi mai, di non avvertire il peso dell'andare al lavoro, di sentirsi protetto dai problemi che la vita gli mette davanti e libero di organizzarsi nel tempo e nello spazio per dare sfogo alla creatività".
Jim Goodnight, l'uomo più ricco del North Carolina e tra i più ricchi al mondo con un patrimonio personale di quasi 9 miliardi di dollari, ha costruito pezzo dopo pezzo la SAS. Oggi, a 34 anni dall'inizio dell'avventura, in un bosco di 170 ettari curato in ogni dettaglio ci sono una ventina di edifici: in acciaio e cristallo neri per il vertice aziendale e tutto bianco con il tetto trasparente e le palme che crescono all'interno per i maghi degli algoritmi; quadrato e in granito per il teatro e gli studi televisivi, semplicemente in mattoni per la piscina con palestra su due livelli a sfruttare la pendenza di una collina, come per l'asilo per i figli dei dipendenti. Questa architettura contempla anche la presenza di un giardino per la meditazione, sempre aperto.
La SAS, il cui motto è 'The Power to Know', il potere della conoscenza, è una società non quotata in Borsa che fa profitti. Anno dopo anno, in aumento, da qualche centinaio di milioni di dollari della fine degli anni Settanta ai 2 miliardi e 300 milioni di dollari del 2009, nell'anno più nero dell'economia americana e mondiale. Oggi la forza della SAS sul mercato del lavoro e nella competizione con i concorrenti sta anche nell'annuncio che il grande capo ha fatto quando l'onda della recessione ha colpito gli Stati Uniti: "Comunicai che la compagnia non avrebbe fatto licenziamenti, né in America, né negli altri Paesi dove siamo presenti" (anzi, nel 2009 sono state fatte 264 nuove assunzioni). Racconta l'ingegnere elettrico Steve Benfield che è arrivato alla SAS dopo essere stato licenziato dalla Nortel in un momento di vacche magre: "Essere tranquillo mi fa lavorare meglio. E poi qui so di poter contare su una squadra affiatata per risolvere ogni problema". Gli fa eco Johnny Sterling, esperto di database: "Questa è la terza azienda della mia vita, ma è la sola che mi ha offerto la possibilità di cimentarmi in sei progetti diversi nel corso della mia esperienza". Pubblicità aziendale? Realtà piegata ad arte per dimostrare a tutti i costi una filosofia economica e societaria diversa? C'è un dato storico indiscutibile a rispondere a queste domande: chi entra alla SAS non ha nessuna voglia di uscirne, tanto è vero che il turn over è del 2 per cento l'anno contro una media americana del 22 per cento nelle società di software.
Di certo, il comportamento tenuto al tempo della crisi ha convinto la rivista 'Fortune' a mettere la SAS al primo posto della classifica annuale dove si raccontano "le migliori 100 aziende per le quali lavorare". Nel 2008 era al ventesimo, adesso è sul podio più alto lasciando dietro giganti come Google, Dreamworks e Cisco che hanno come bandiera un sistema di relazioni che punta a fare felice chi lavora. Jim Goodnight non ama certamente la filosofia predominante nel mondo dell'impresa secondo cui dopo aver dato uno stipendio più o meno interessante a chi lavora e un luogo dove lavorare, e forse anche qualche premio ai più meritevoli, il compito finisce lì. Lui si occupa del portafoglio di chi è alle sue dipendenze, ma anche della testa: nel senso che è convinto che la tranquillità economica di chi lavora alla SAS non basta, serve anche serenità intellettuale sul posto di lavoro e fuori. Se in famiglia ci sono problemi, se c'è un figlio adolescente che crea rapporti complicati, se c'è un genitore da accudire, la testa sta da un'altra parte durante l'orario di lavoro. E allora, il tentativo in corso da 34 anni alla SAS è di ridurre a zero ogni problema. Visto dal punto di vista del bilancio aziendale, la filosofia di Doctor Goodnight si manifesta così: ad ogni dollaro di stipendio vengono aggiunti 40 centesimi sotto forma di benefit.
Ecco allora che alle 6 del mattino i primi impiegati entrano nella piscina costruita nel Campus SAS prima di cominciare il lavoro e tra loro c'è quasi sempre John Sall, cofondatore e oggi vice presidente. Tra le 7 e le 9 le donne con figli piccoli prima si fermano in uno dei due asili, uno dedicato ai piccolissimi, l'altro a quelli tra i 3 e i 5 anni per un totale di 600 posti, sapendo anche che potranno andare a trovarli quando vogliono nel corso della giornata. E allo stesso orario si animano i tre caffè-ristorante che servono ogni giorno 500 prime colazioni e quasi 3 mila pranzi. Infine, alla pausa di mezza giornata, la palestra e i campi di pallavolo e basket coperti si animano per un corso di yoga o di Pilates o una sfida tra gli inventori di software e gli analisti di mercato.
Se questa è la parte ludica del rapporto lavoratori-SAS, ci sono altri momenti in cui l'organizzazione aziendale viene in soccorso di quella familiare. Non sai come smettere di fumare? C'è chi ti aiuta nell'impresa. Hai il genitore anziano che non è più autonomo? Alla SAS c'è qualcuno pagato apposta per darti consigli. Non hai potuto avere figli e stai pensando all'adozione? Non solo c'è un ufficio dove troverai tutto, dai consigli legali alle istruzioni dello psicologo sul modo di comportarsi il giorno in cui arriverà il bambino. C'è anche un contributo a fondo perduto di 5 mila dollari per le prime spese. "Da sola non ce l'avrei fatta a portare a termine una adozione", racconta Caroline Brickley da vent'anni nella azienda di Cary nella sezione che si occupa di pubblicazioni e felice di esserci. Naturalmente se sei una mamma SAS e il figlio si è ammalato, non verrai mai presa dall'angoscia di dover correre a casa per controllare la situazione: uscirai dall'ufficio e finirai il lavoro da casa via computer.
Con una settimana lavorativa di 35 ore su 5 giorni, che taglia netto il dibattito taylorista sulle aziende che non possono sopportare economicamente un orario del genere, con la mancanza di qualsiasi controllo di entrata e uscita, con l'assenza del problema che oltre un certo numero di giorni di malattia sei fuori dal lavoro (pratica diffusa negli Usa), la SAS macina profitti che hanno consentito a Jim Goodnight non solo bilanci positivi, ma di possedere una flotta aerea aziendale con un Boeing 737, due jet più piccoli e un elicottero, una collezione di 3 mila opere d'arte, soprattutto sculture e dipinti messi a dimora negli edifici e lungo le strade del Campus SAS, e di avere tra i dipendenti anche due artisti che lavorano esclusivamente per la SAS. All'ingresso dell'edificio dove si mettono a punto i software c'è anche una specie di cartellone del 'Club dei 100 milioni di dollari', con a seguire l'elenco dei software che hanno generato profitti superiori a quella cifra.
E pensare che Goodnight, in tasca un dottorato in statistica, cominciò negli anni Settanta con l'idea di creare un database che fosse utile agli agricoltori del North Carolina per seguire con meno rischi semina e raccolto. Nel tempo gli ingegneri della SAS hanno sfornato prodotti utili alle aziende private come ai governi (l'Italia è il quarto mercato europeo), che servono a censire la popolazione come a capire i fenomeni migratori, a studiare le abitudini commerciali come a stabilire quale sia il luogo migliore per aprire un nuovo punto di vendita, a mettere a punto un orario dei voli o a vincere un premio Pulitzer, come è accaduto ai giornalisti del 'Miami Herald' che hanno utilizzato un software SAS per dare senso a mille indizi sui brogli elettorali in Florida.
Naturalmente, il fondatore dell'azienda sa che quello che ha conquistato non è per sempre, e ogni anno investe il 20 per cento del fatturato in ricerca e sviluppo. Così, la vita nel Campus SAS scorre più tranquilla che in altre aziende sottoposte alla pressione della crisi o che si sono date amministratori che guardano all'equilibrio del budget, ritenendo che chi lavora sia solo un costo. Ogni lunedì negli uffici c'è frutta fresca, ogni mercoledì una confezione di M&M, ogni venerdì le ciambelle della Krispy Kremes. Potrà anche far sorridere o pensare a un ritorno del paternalismo aziendale, ma alla fine dell'anno, se tutto è andato bene, ci sono i premi stabiliti in partenza (come c'è il licenziamento per chi non funziona). Stock option come nelle società della Silicon Valley o di Wall Street? "Quella è carta", dice Jim Goodnight: "Io distribuisco dollari".