domenica 18 dicembre 2011

Disinvolti in smoking (il segreto è nei dettagli)


Gli scivoloni: dal risvolto dei calzoni alle scarpe

C' è una scena di assoluto (paradossale) culto stilistico nel prologo di «Agente 007. Missione Goldfinger». È quando James Bond-Connery dopo essere riemerso dalle acque carico di dinamite per combinare grossi danni, sfilandosi la tuta da sub rimane in smoking. Il gusto del dettaglio: da una tasca salta fuori perfino il fiore da mettere all' occhiello dell' irreprensibile giacca bianca. E via, con noncuranza, verso altri sfracelli di ogni tipo. Ecco il nodo essenziale dello smoking: indossarlo con disinvolta dimenticanza, con quella spensierata scioltezza (senza ricorrere all' ammollo come 007), che ci risparmi il grottesco effetto manichino, purtroppo tragicamente a portata di mano. Buon proposito di cui tenere conto, perché le occasioni sono aumentate, così come l' offerta risulta ormai più ampia e accessibile (grande distribuzione compresa) d' un tempo. 


Considerato fino a qualche tempo fa, soprattutto in Italia, ingombrante divisa per paludate occasioni formali tipo prima della Scala o ricevimenti alle ambasciate, lo smoking viene sempre più spesso richiesto anche per appuntamenti più scapigliati genere cinema-moda-design ma pure per serate private ipoteticamente glamour. E questo ovunque. Lo conferma l' autorevole Financial Times che recentemente ha dedicato all' argomento un ampio servizio. «Le nuove generazioni lo portano spesso, comprandolo magari ai grandi magazzini, affittandolo o, i più fortunati, rubandolo dal guardaroba di papà». «Attenzione però ai dettagli - ammonisce il quotidiano economico britannico - perché è la scelta dei dettagli a rendere disinvolti e a sottolineare la vostra personalità». Prendiamo per esempio certi smoking visti l' altra sera alla prima del «Don Giovanni» e vediamo come alcuni dei dettagli possano dire qualcosa su chi li ha indossati. La giacca doppiopetto del presidente Napolitano: classica, rigorosa, costituzionalmente su misura. Il papillon bianco del governatore lombardo Roberto Formigoni: un candido (da candidatura?) distinguo ma contemplato dalle regole. Il farfallino nero del goleador (anche nel cuore di Barbara Berlusconi) Alexandre Pato, finto come tanti altri ma con orrendo gancetto a vista: gli inconvenienti della prima volta. Infine le camicie del sindaco milanese Giuliano Pisapia e del suo assessore Stefano Boeri: il primo con colletto liscio, il secondo con punte alzate, decisamente più expò. Stili inconciliabili: chi l' avrebbe mai detto. 


Ma esiste un codice universale che consenta, tornando agli agenti segreti, di stare più nei panni dell' uomo di mondo James Bond che dell' imbranatissimo Austin Powers? Partiamo dalla giacca nera: mono o doppiopetto (uno o due bottoni che raddoppiano, rivestiti di tessuto). Bianca? Non facile da portare. Smoking tutto bianco? Contemplato preferibilmente sulle terrazze estive. Revers a lancia o sciallati (più americani) coperti di seta. Nel monopetto possibile il panciotto. Pantaloni leggermente stretti in fondo con banda laterale setosa e mai troppo lunghi come invece capita al presidente Obama: vietati i passanti, sì alle bretelle, molto eleganti e pure sì, se fa comodo in quanto contenitiva, alla fascia di seta in vita. La camicia è bianca (dei colletti si è detto), può avere bottoncini in madreperla o gioiello (esagerato) da richiamare sui gemelli ai polsi. Le scarpe? Il comandamento indicherebbe le pump con i fiocchetti o le pantofole in vernice, ma ormai vanno bene anche le stringate di vitello purché tirate a specchio, con calze nere sottili. Bello il fazzoletto al taschino. Con una marcia in più il papillon annodato manualmente. 


L' importante è non cadere nell' horror con la scusa della novità, precipitando sul risvolto dei pantaloni e sugli spacchi della giacca o slittando su camicie button down o scarpe lavorate e a pelle opaca. In realtà da qualche tempo in tema smoking c' è un clamoroso rimescolamento di carte che pur lasciando spesso di stucco i puristi ha contribuito a democratizzare un capo ritenuto difficile e un po' impolverato. Così sulle passerelle modaiole si sono visti il giovanilistico accoppiamento smoking-jeans, il temerario (ma non nostalgico) ricorso alla camicia nera, l' uso di materiali inediti come pelle, cashmere, jersey, maglia, tessuti biodegradabili, filati di visone, lane destrutturate. I più giovani trovano molto chic gli smoking in velluto e ormai risultano sufficientemente collaudati pure gli spezzati con giacche viola o fucsia, colori non storicamente in catalogo. Il Grande Gatsby si sarebbe convertito? Ai veri dandy fitzgeraldiani in teoria sarebbe concessa una sola variazione sul tema: il completo blu notte. Ma forse sono soltanto suggestioni letterarie. 

Gian Luigi Paracchini

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