sabato 22 maggio 2010

Giampaolo Fabris, l' interprete critico dei consumi di massa

1938-2010 Scomparso il sociologo della post-modernità

Alberoni: ha indagato la società con occhi sorprendenti Alla fine non riusciva più a leggere. Diceva: che seccatura Cominciò alla Doxa nel 1962, nel 1965 fondò Demoskopea
 
«Caro Franco, è una seccatura non riuscire più a leggere». Dieci giorni fa, dal letto dove giaceva malato, Giampaolo Fabris si rivolgeva all' amico Francesco Alberoni, in visita nella sua casa. Si sono salutati e abbracciati per l' ultima volta. «Il fisico era minato dalle lunghe sofferenze ma il viso roseo non lo tradiva», racconta affettuosamente lo scrittore-sociologo, ricordando il collega, di 8 anni più giovane, che ieri se n' è andato per sempre. «Con Giampaolo Fabris scompare un maestro e un amico. Il suo contributo sull' interpretazione della società in cui viviamo è stato negli ultimi decenni fondamentale», testimoniano Claudio Velardi, Antonio Napoli e Massimo Micucci, soci di Reti Spa, Gpf, la società che a lui faceva capo, da due anni presieduta dalla figlia maggiore Monica, «erede di un bagaglio di storia, memoria e conoscenze». Giampaolo Fabris era nato nel 1938, a Livorno, ma la sua città è Milano: la metropoli italiana dei consumi e del marketing, ante litteram, centro del boom economico che esplode negli anni Sessanta. Ed è questa l' epoca in cui il sociologo muove i suoi primi passi, prima di diventare apprezzato docente universitario, consulente d' impresa, saggista. Del resto, nel capoluogo lombardo c' è l' humus ideale per svolgere l' attività a cui il giovane ricercatore avrebbe dedicato la vita. Autentico pioniere del settore, nel 1962, Fabris comincia a lavorare per la Doxa, Istituto di indagini di opinione pubblica. Ed egli stesso, in seno alla società, crea il dipartimento di ricerche sociali. Negli stessi anni Francesco Alberoni è docente all' Università Cattolica. «Fabris non è stato un mio allievo - spiega -. Tuttavia, frequentava il mio Istituto, così ci siamo conosciuti e subito presi. C' era feeling tra noi. A quei tempi, anch' io ero concentrato su certe tematiche. Nel 1964, pubblicai Consumi e Società, primo saggio del genere in Europa. Un' assoluta novità. Giampaolo lo lesse, lo capì e lo apprezzò immediatamente». E non fu un caso se, nel medesimo anno, Fabris scrisse Motivazioni e pubblicità. In sostanza, il giovane sociologo raccolse e sviluppò quel filone che Alberoni avrebbe abbandonato per dedicarsi ad altri argomenti di ricerca. Tuttavia, tra i due, la collaborazione e l' amicizia («Giampaolo era affettuoso ma non invadente, aveva stile e gusto») rimasero solide, nel tempo. Nel 1965, Fabris assieme a Bartolo Mardessich e Carlo Erminero, fonda «Demoskopea», uno dei principali istituti di ricerca sull' opinione pubblica. Ma, nei primi anni Ottanta, decide di cambiare linea, denunciando manipolazioni e strumentalizzazioni dei sondaggi da parte del mondo politico. Il suo nome, quindi, si lega alla società di ricerca GPF & Associati. Da qui, l' osservatorio dinamico che gli consente di monitorare, in tempo reale e con strumenti originali, i fenomeni e le dinamiche che traghettano l' Italia dalla modernità alla post-modernità. «Aveva messo a punto un metodo davvero sorprendente - conferma Alberoni -. Tutta la società scorreva sul suo tabellone, un quadrante dove venivano illustrate graficamente e puntualmente, da sinistra a destra, in alto, in basso, al centro, le tendenze di ogni tipo: politica, religione, consumi, stili di vita». Occhialini tondi, sguardo acuto, Fabris ha seguito fino all' ultimo i trend socio-culturali, lavorando per le maggiori aziende italiane e internazionali. Editorialista e scrittore fecondo, al profilarsi della crisi economica, che è anche crisi di marketing, esprime il suo pensiero «maturo» nel saggio Societing.

Fumagalli Marisa

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