lunedì 5 maggio 2008

L'età di mezzo

Tra i quaranta cinque e cinquant'anni penso che si sia in un momento importante della propria vita, un momento di scelte decisive per almeno due motivi: da una parte constatiamo che molti ideali non si sono realizzati - o solo in parte - dall'altra c'è il desiderio di recuperare nella vita privata. Per cultura, per predisposizione personale, frutto anche di riflessioni, i piaceri e l'attenzione alla qualità della vita stanno diventano molto più importanti. E quando parlo di qualità non mi riferisco al "lusso" o alla possibilità di permettersi qualsiasi cosa.
Provo invece il desiderio di dare in qualche modo una svolta alla mia vita e recuperare anche certi aspetti del privato che ho trascurato.
E' un periodo della vita questo in cui i sogni sono più aderenti alle nostre reali possibilità, è più chiaro cosa ci fa stare bene, che ci appaga, che conta veramente. Direi che vivendo più consapevolmente la propria vita ci sembra di "assaporarla" e compenetrarla maggiormente. Molti "attimi" si dilatano nella nostra anima e nel nostro pensiero.
Questa è un'età, oggi, che è probabilmente l'età giusta per cominciare, se non ci fosse in prospettiva una nuova carriera, sicuramente una nuova vita.
Imparare ad ascoltarsi, dare forma alle voci che sono più o meno nascoste in noi, provare nuove esperienze, scoprirsi ancora curiosi, conquistarsi i propri spazi interiori. Scoprire la felicità di sentirsi in pace con se stesso e con gli altri, dando le giuste distanze a cose che un tempo parevano importanti, urgenti, improrogabili, definitive.
Sono convinto che il mio percorso non sia alla conclusione, ma, alla pari di altri, possa iniziare nuovamente. Oggi non ho certamente quello che pensavo di avere a venticinque anni, anche se ho di più, ma ho maggiore consapevolezza, maggiore tranquillità interiore, maggiore esperienza. Non ho più soldi, più fama, più potere, ma tutto ciò che ho vissuto ha radicato in me sentimenti più solidi.

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