martedì 30 giugno 2009

Quel difetto di modernità - VIVERE DI PASSATO (E POCO DI FUTURO)

Nessuno sa quan­do e come uscire­mo dalla crisi. La ragione è che il mondo non procede verso un obiettivo razionalmente prevedibile, ma grazie a mi­lioni di uomini che perse­guono autonomamente i propri interessi non coordi­nati da una sorta di raziona­lità storica. È perciò che gli economisti paiono capaci solo di «predire il passato» e qualsiasi intervento della politica, che non si limiti a fissare le regole del gioco, rischierebbe di produrre al­tri danni invece di benefici. Per uscirne, e ripartire, l’Ita­lia dovrebbe, piuttosto, ri­flettere sui propri ritardi e realizzare quelle riforme che l’aiutino davvero a mo­dernizzarsi, come ha scrit­to ieri Mario Monti.
Non c’è settore — sia del­lo Stato, sia del sistema pro­duttivo, a parte certe picco­le nicchie industriali — che non registri forti ritardi nell’innovazione. L’Italia della cultura, della politica, dell’economia ha fatto la sua rivoluzione industriale prima di essere una società civile strutturata. Rispetto alla gentry dell’Inghilterra agraria, diventata borghe­sia cittadina con la rivolu­zione industriale e mercan­tile, e cosmopolita col colo­nialismo trionfante cantato da Kipling, l’Italia ha avuto i latifondisti reazionari rac­contati da Verga, un capita­lismo assistito, un naziona­lismo tardo e straccione. Ri­spetto alla grande borghe­sia francese post rivoluzio­naria — che, con l’Ecole po­litecnique e l’Ena, ha gene­rato i commis di Stato re­pubblicani e democratici — la società italiana ha espresso una piccola bor­ghesia post unitaria priva di coscienza di classe che ha rifiutato la modernità e, con essa, il capitalismo e la libera concorrenza, rifu­giandosi nel corporativi­smo e nell’autarchia del fa­scismo, ieri; nell’assisten­zialismo, nel protezioni­smo parassitario e nella bu­rocrazia del pubblico impie­go, poi.
Ci siamo affacciati alla contemporaneità senza aver letto un libro — qual­cosa di simile alla letteratu­ra liberale inglese e france­se sulla quale si sono forma­te le borghesie di quei Pae­si — ma solo attraverso la televisione; che ci ha intro­dotti alla modernità «ame­ricana » senza aiutarci a en­trare in quella «europea». La nostra etica pubblica è bigotta, moralista, pauperi­sta; scimmiotta il puritane­simo anglosassone senza averne i fondamenti stori­ci, sociali, religiosi, che ne legittimano politica e capi­talismo. La nostra idea di democrazia — come si è vi­sto negli ultimi tempi — coincide con lo scandali­smo fine a se stesso, con il ribellismo alle regole, con il rivoluzionarismo velleita­rio che una minoranza esprime spaccando le vetri­ne e vorrebbe concretare in rivoluzione col benestare dei carabinieri.
Nella sinistra riformista c’è chi ha elogiato la tassa­zione, per perpetuare l’ec­cesso di spesa pubblica e gli sprechi dello «Stato ca­naglia », non accorgendosi che i lavoratori, ora, votano a destra, dove i tributi non li si riduce, ma almeno non li si esalta. Il terrorismo di matrice rivoluzionaria ha ammazzato i riformisti che volevano fare dell’Italia un Paese liberale, democrati­co, giusto, e non se l’è pre­sa con i conservatori che sullo statu quo ci campavano.
Piero Ostellino - 29 giugno 2009

giovedì 25 giugno 2009

Maia

Tutto fu ambito
e tutto fu tentato
Quel che non fu fatto
Io lo sognai
e tanto era l'ardire
che il sogno eguagliò l'atto.
Gabriele D'Annunzio

mercoledì 24 giugno 2009

Musica classica

Nell'ascolto della musica classica trovo il ritmo naturale delle cose, quelle cose che mi interessano e che fanno parte della mia vita. Trovo che questa musica dia la giusta cadenza alla vita. Ti avvolge, ti fa sentire in una bolla, in una campana di vetro dove vedi tutto il mondo ad un'altra velocità. Tutto ti appare delicato, perfetto e puro. Ritrovo i miei valori più cari, li vivo intensamente, li sento "dentro", divento consapevole. E' un'emozione enorme, continua e - spesso - commovente. Quel filo di malinconia e di tristezza che non mi abbandonano mai, trovano appagamento in questa musica consona e appagante. A volte penso che questa musica sarebbe anche la giusta colonna sonora per affrontare la morte degnamente.

lunedì 22 giugno 2009

Il tempo

Il tempo tutto toglie e tutto dà; ogni cosa si muta, nulla s'annichila: è un solo, che non può mutarsi, un solo è eterno, e può perseverare eternamente uno, simile e medesimo.
Con questa filosofia l'animo mi s'aggrandisce, e mi si magnifica l'intelletto.
Giordano Bruno

venerdì 19 giugno 2009

Il dolore del cambiamento

Se pensiamo che il dolore sia innaturale, che sia ingiusto provarlo, è facile finire per imputarne la responsabilità agli altri. Spesso accresciamo la pena e la sofferenza con l'ipersensibilità reagendo troppo a fatti di lieve entità o prendendo tutto in maniera troppo personale. Se intendiamo liberarci dal dolore dobbiamo cambiare atteggiamento su una delle cause principali che lo genera: la resistenza al cambiamento. La vita è cambiamento, resistere ai mutamenti naturali dell'esistenza significa perpetuare le nostre pene.
Mutare prospettiva è spesso uno degli strumenti più potenti ed efficaci che abbiamo a disposizione quando ci confrontiamo con i problemi quotidiani della vita. Siamo pronti in realtà a caricarci di qualsiasi sofferenza purché e finché veda in essa un significato. Se saremo convinti di cambiare diventeremo poi determinati.
E' fondamentale mantenere una forte disposizione al cambiamento. E' di forte aiuto modificare il comportamento esteriore, serve non solo a vincere cattive abitudini, ma anche a mutare atteggiamenti e sentimenti esteriori.

giovedì 18 giugno 2009

Quel che serve

La lettura rende un uomo completo, la conversazione lo rende agile di spirito e la scrittura lo rende esatto.
Francis Bacon

domenica 14 giugno 2009

La vera sfida

Accettare la vita per quello che è, con tutte le sue difficoltà e le sue sfide. Adattarsi e non lamentarsi, assumersi la responsabilità della propria esistenza. Sviluppare e conservare un atteggiamento ottimistico. Intrecciare relazioni positive, fuggire dalle persone negative. Porsi una meta precisa decidendo in quale direzione procedere. Prefiggersi chiari obiettivi - traguardabili e misurabili - lavorando per raggiungerli e subito dopo individuarne altri. Accettare le sfide con entusiasmo. Approfondire le proprie conoscenze sulla vita, sul mondo, conoscere meglio se stessi. Scoprire continuamente e crescere grazie a tutto questo. Essere attivi, darsi da fare, non temere la fatica, non sprecare il proprio tempo con chi o per cose che non lo meritano, usarlo in modo costruttivo. Non fossilizzarsi nelle abitudini, evitare la noia. Essere ineccepibile, credere nell'onestà, nell'etica in tutto ciò che fai, essere sincero nella vita privata come in quella pubblica. Rendersi più consapevole del proprio potenziale e proseguire incessantemente nella via iniziatica della ricerca che porta alla propria realizzazione.

venerdì 12 giugno 2009

Camminare

In salita, l'ascesi, ogni passo evoca il desiderio di perfezione, di miglioramento.
Sotto la pioggia ti fa sentire la fisicità, la presenza del corpo, ti dà senso di libertà.
In piano ti aiuta a far chiarezza.
Nella nebbia ti puoi perdere, non lasci tracce, quando sei in crisi aiuta l'introspezione.
Quando c'è vento e si sente la resistenza del corpo, mi ricorda il tempo che scorre.
Nell'acqua dove i piedi non mutano il corso dell'acqua, ti aiuta a riflettere sulle cose.
All'alba: è l'incantesimo delle cose che iniziano, l'intelletto si sveglia, un rito iniziatico per una buona giornata.
Con il sole che scalda e ti confonde, ti senti un smarrito, strano, ti trascini, la durezza della vita.
Durante il tramonto, il sole sta morendo al Nadir. E' il momento del dubbio, della riflessione su ciò che è stato, su ciò che si è fatto. La malinconia del giorno che finisce ti pervade.
Alla notte, insonnia, all'erta totale dei sensi, l'interiorità esce nell'oscurità e tu puoi percepirla diffusamente.

giovedì 11 giugno 2009

La qualità dell'esistenza

Spesso rifletto sulla qualità della propria esistenza e penso sia direttamente proporzionale alla qualità degli stati d'animo che si vivono quotidianamente. Come ci si sente determina il nostro comportamento, diventa quindi importante focalizzarci assolutamente su tutte le cose positive che ci circondano o che possediamo e che normalmente non apprezziamo oppure a cui non facciamo caso. Se non quando poi ci mancano. Questo aiuta, mi aiuta, a cambiare lo stato d'animo. Penso a ciò che di bello c'è nella mia vita, le persone che mi sono veramente vicine, che mi amano o che mi apprezzano, a tutto ciò che mi appassiona e che mi emoziona, a quello che mi diverte e mi rilassa, alla salute - che fortunatamente non mi manca - e che è il vero e fondamentale patrimonio della mia vita. A dispetto dei problemi, inevitabili, della vita, delle persone infide e false che ci circondano, e di tutte le altre avversità quotidiane.

domenica 7 giugno 2009

La vita

La vita è fatta di rarissimi momenti di grande intensità e di innumerevoli intervalli. La maggior parte degli uomini però, non conoscendo i momenti magici, finisce col vivere solo gli intervalli.
F.W.Nietzsche

sabato 6 giugno 2009

Il capitalista egoista

"Il capitalismo egoista è una forma di politica economica avanzata caratterizzata da quattro tratti distintivi. Il primo è che il successo di un'azienda è ampiamente giudicato dalla sua quotazione in borsa, invece che dalla sua forza intrinseca o dal contributo che può offrire alla società e all'economia. Il secondo è una forte spinta a privatizzare i beni e i servizi della collettività, come l'acqua, il gas, l'elettricità. Il terzo è una regolamentazione minima dei servizi finanziari e del mercato del lavoro, che comprende l'approvazione di pratiche lavorative tese a favorire i datori di lavoro e sfavorire i sindacati, rendendo più semplici assunzioni e licenziamenti. Inoltre, nell'imposizione delle tasse non si tiene conto della ridistribuzione della ricchezza; per le grandi aziende e i ricchi è più facile evitarle, e rifugiarsi nei paradisi fiscali senza infrangere la legge. Il quarto tratto è la convinzione che le forze di consumo e di mercato possano soddisfare qualsiasi tipo di necessità umane."
Il brano, tratto da un capitolo del libro, è significativo sul suo contenuto. Libro interessante anche se impostato su dati, situazioni e storia del mercato economico americano, ma è sempre più vero e riconosciuto che tendenze, mode, riflessi e conseguenze si manifestano - per effetto della globalizzazione - sempre più altresì nel vecchio continente. Alcuni capitoli li ho trovati illuminanti.

venerdì 5 giugno 2009

Marchionne docet...

... ma questo ci dice molto della vita, ci dice che bisogna essere pronti a tutto, essere preparati e flessibili per cogliere ogni opportunità...

giovedì 4 giugno 2009

Prendersi i propri tempi

Ho imparato ad utilizzare, durante la giornata, delle piccole porzioni di tempo - 15/20 minuti - per restare solo con me stesso, riflettere e ricaricarmi. Trovo questo lasso di tempo una risorsa straordinaria e cerco di viverla al meglio: chiudo il computer, spengo il cellulare, faccio una passeggiata, mi isolo. Mi dedico solo ai miei pensieri e alle mie riflessioni e trovo il tutto molto benefico per il mio equilibrio psico-fisico, permetto alla mente di non "cortocircuitare", tolgo così le sovrapposizioni che la quotidianità - soprattutto al lavoro - rischia sempre di procurarci. Tutto si fa più chiaro, ordinato, si abbassa il tuo stato d'ansia e avverti tue le situazioni. Contemporaneamente stacchi dalle attività più consuete e la mente si libera in nuove esplorazioni e riflessioni. Non è necessario che faccia cose eccezionali, basta che rimanga solo, che mi isoli, mi aiuta veramente molto a staccare e pensare anche ad altro. Tutto ciò mi fa sentire anche più umano e in pace con me stesso.

martedì 2 giugno 2009

Paolo e Barbara - San Remo

Trovandomi in "trasferta" a San Remo in occasione dell'Assemblea dei Delegati dell'Accademia Italiana della Cucina, ne ho approfittato per prenotare in questo ristorante considerato tra i migliori della costa ligure. Il locale ha una capacità di 20-25 persone al massimo tra la sala che si trova subito all'ingresso e il piano soppalcato. L'arredamento tende a rispecchiare quello dei grandi ristoranti francesi, tovaglie molto lunghe, poltroncine con braccioli, tovaglioli di belle dimensioni legati da cordoni importanti. Il menù ha un numero contenuto di portate, ma che cambia in base alla stagionalità e la disponibilità di certi prodotti. Ad esempio il famoso "pesto" iniziano a farlo in questo periodo, riuscendo a reperire ora i pinoli freschi. La carta è ricca di piatti pesce. La nostra scelta si è concentrata su un menù proposto per questo periodo, tutto a base di prodotti ittici, che mescolava crudo e cotto. Particolarmente apprezzati sono stati gli spaghetti di Gragnano con polipetti e carciofi e il Dentice del golfo con olive taggiasche e maggiorana. Ottimo il pane, le focacce e i grissini "fatti in casa" con lievito naturale e farine con agricoltura biologica macinate a pietra. Notevole infine la meringata cotta alle ciliegie cotte nel vino rosso su zabaglione freddo. E' un ristorante inserito in tutte le guide più importanti con notevoli punteggi e riconoscimenti. Il mio giudizio: vale la pena se si è nei paraggi vivere questa esperienza.
Ristorante Paolo & Barbara - V. Roma, 47 - 18038 - Sanremo (Imperia) - Tel. 0184 531653 - Chiusura settimanale: mercoledì e giovedì (salvo festivi)

La lettura

Leggete per vivere.
Gustave Flaubert

Il pericolo nel dimenticare il passato...

Tutti coloro che dimenticano il proprio passato, sono condannati a riviverlo.
Primo Levi