lunedì 12 ottobre 2009

Il mondo secondo Cucinelli: cachemire, utili e filosofia


C' è chi sguazza nel mondo del fashion tra un party e un evento mondano, con immancabile codazzo di celebrities per promuovere le proprie collezioni. E chi, come Brunello Cucinelli, diserta il jet set modaiolo "predicando" la semplicità (che è difficile a farsi, scriveva Bertolt Brecht) insieme al ritorno a una vita normale. Non parla di fashion, ma di moda. Non legge i manuali dei guru dell' economia e della finanza, ma i pensieri dei grandi uomini che hanno fatto la storia. Non usa termini come business, sales, ebitda o roe: preferisce raccontare di fatturati, utili o ritorno sugli investimenti. Tutte voci che nei bilanci della sua azienda sono in crescita da anni. Anche in questi ultimi, segnati dalla crisi. Dati alla mano il fatturato del gruppo (che comprende i marchi Brunello Cucinelli Cashmere, Gunex e Rivamonti) è passato dai 120,76 milioni di euro del 2007 (+32,34% rispetto al 2006) ai 143,86 del 2008 (+19,21). La previsione per il 2009 è di chiudere l' esercizio con un giro d' affari di 154 milioni di euro. Vale a dire il 7,04% in più. Linea del grafico verso l' alto anche per gli utili (prima delle imposte) che dai 6,59 milioni del 2007 (+76,68% rispetto al 2006) hanno raggiunto i 7,93 milioni nel bilancio 2008 (+20,33). E nel difficile scenario economico che tutti conosciamo, non ha lasciato a casa nessuno. Anzi. Ha fatto nuove assunzioni: i 414 dipendenti interni del 2007 oggi sono diventati 465. Senza contare i collaboratori dell' indotto che sono ormai più di un migliaio. Esporta il 65% del fatturato nei principali mercati del mondo - Stati Uniti, Europa, Giappone e Far East - attraverso 35 negozi monomarca (diretti e in franchising) e «972 multimarca di fascia alta. Partner importanti - tiene a dire Cucinelli - perché sono i veri giudici delle collezioni. Se hai il coraggio di ascoltarli, e noi lo abbiamo sempre avuto, ti sanno dare grandi consigli». E ai suoi 972 partner si è rivolto nel momento peggiore dei mercati. Nel pieno della crisi, che in molti hanno definito peggiore del crollo del 1929, «gli imprenditori come me avevano paura, paura di perdere le proprie aziende. Allora insieme ai miei collaboratori, con cui da sempre condivido le scelte, abbiamo deciso di scrivere ai nostri partner dicendo: siamo qui. Resistiamo». E i partner hanno capito. «Persino Saks ci ha risposto dicendo che un' azienda come la nostra va sostenuta». Una bella soddisfazione per Cucinelli che proprio dagli Stati Uniti ha ricevuto per due anni consecutivi (2003, 2004) il premio "Best of the Best" come «migliore e più sofisticato stilista al mondo nel settore sportwear di cachemire». Ma forse, il riconoscimento più gratificante è quello che a giugno gli ha assegnato l' Associazione archivio storico Olivetti, nominandolo "Imprenditore Olivettiano 2009". Anche perché in poche righe i giudici di Ivrea sono stati davvero bravi a raccontare chi è e cosa fa l' imprenditore filosofo (come è stato ribattezzato Oltralpe): «Ha creato e sviluppato un gruppo industriale italiano di grande successo sui mercati internazionali basandosi su valori fondamentali, quali il rispetto delle persone, la ricerca costante della bellezza dei prodotti, l' amore per l' ambiente e per il territorio umbro, la promozione dell' arte e l' impegno per la rinascita del borgo di Solomeo alle porte di Perugia (dove ha sede la sua azienda n. d. r.). La sua esperienza imprenditoriale è in forte sintonia con i valori che hanno caratterizzato l' azione di Adriano Olivetti». La scorsa settimana ha inaugurato a Roma il primo monomarca Brunello Cucinelli nella capitale, in partnership con la famiglia Sermoneta, «storica dinastia di mercanti. Nell' accezione nobile del termine», sottolinea Cucinelli che ha "usato" l' occasione per parlare di futuro. Futuro della sua impresa che, dopo l' inaugurazione del mononarca a Tokyo di qualche settimana fa, prevede di aprire a New York (Madison Avenue), Miami, Knokke, Monaco e Dubai. E futuro dell' umanità in cui Cucinelli vede «qualcosa di nuovo. Penso che oggi sia possibile, e dunque doveroso, un risorgere economico, morale, civile». Una visione positiva che trova ragione nella storia. «Il quadro storico dei nostri giorni è profondamente diverso da quello antico - racconta - tuttavia le difficoltà e le incertezze di oggi gettano sul futuro ombre non meno dense di quelle che agitarono il mondo ai tempi di Marco Aurelio. In questo contesto la Storia ha chiamato a guidare l' America Barack Obama. Il suo destino e la sua viva testimonianza mi hanno suscitato forte emozione e un' ammirazione che fino a oggi avevo provato soltanto dinanzi alla figura di Marco Aurelio, l' imperatore che fu responsabile dei destini di tutto il mondo allora conosciuto». Per condividere questa visione, Cucinelli ha regalato ai suoi collaboratori, agli amici e alle persone con cui dialoga quotidianamente, i Pensieri di Marco Aurelio, i discorsi di Barack Obama e un quaderno di "Riflessioni" in cui lo stesso Cucinelli immagina un dialogo tra i due grandi statisti.

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