lunedì 31 agosto 2009

Roberto Mazzoni: la semplice storia di un grande progetto

Segnalo il progetto imprenditoriale di questo amico che ha "buttato il cuore oltre l'ostacolo" e ha iniziato un'attività nel settore immobiliare in Florida. Questi sono momenti difficili per l'economia, ma normalmente è in questi casi che le persone sono in grade di dare il meglio di loro e cogliere le opportunità. Il mercato immobiliare negli USA si sta riprendendo dopo lo "tsunami" generato dalla bolla e dai subprime e Roberto ha deciso di cogliere l'attimo.
Un target di riferimento per lui sono anche gli italiani che, complice sia il momento del mercato immobiliare statunitense sia la forza dell'Euro nei confronti del dollaro, stanno investendo acquistando proprio negli USA. E perchè non farlo proprio in Florida ?
E' una sfida di coraggio e unità - tutta la famiglia si è trasferita - che mi auguro gli porti enormi e redditizie soddisfazioni.
Di seguito riporto un pezzo - dedicato all'Internet Marketing - dal suo Blog, interessante perchè offre uno spaccato della mentalità e degli usi degli americani da parte di un italiano che conosce comunque molto bene gli Stati Uniti. Ho eseguito, per comodità, una traduzione molto semplice del testo che in originale è in inglese.
Il marketing online è davvero diventata una necessità e un'ossessione per molti imprenditori americani. Ovunque io vada, ad ogni incontro a cui partecipo, vi è una certa inclinazione verso la promozione della loro attività sul web, con l'utilizzo di un sacco di strumenti e un sacco di trucchi "cool". Eppure si c'è la necessità di adattarlo alle attività classiche che vengono eseguite non on-line e che rimangono molto importanti per molti segmenti. Ciò è particolarmente vero per il settore immobiliare, dove le persone spesso vanno sul web per vedere e studiare ciò che è disponibile, ma poi devono necessariamente andare sul posto per completare l'acquisto della proprietà. In questo tipo di attività, come in molte altre attività simili dove si ha la necessità di connettersi con persone reali, i professionisti devono bilanciare il loro tempo tra l'organizzazione e il mantenimento delle loro tradizionali attività "off-line" promozionali, quindi aggiungendo la parte Web - e in particolare i social network - hanno la possibilità di moltiplicare l'efficacia di quello che fanno. Ciò è particolarmente vero per Realtors, che, da un lato, ha la necessità di mantenere un approccio molto specifico per il loro business anche a causa dei vincoli legati alla licenza, e dall'altra non può lasciarsi sfuggire l'opportunità generata dai social network. Quindi io e Daniele Bogiatto, il mio socio in affari e amico, stiamo mettendo a punto un progetto pilota per l'integrazione nella rete e nel settore immobiliare proprio per Realtors Florida e il progetto sarà portato avanti nei prossimi mesi attraverso il sostegno fondamentale di Terry Ogburn, business developer di century 21 Grant Realty della Florida, Inc.. Abbiamo già iniziato il lavoro con Karen Selby, l'intermediario di Century 21 Grant Realty, che è particolarmente propenso a trovare nuovi modi di attrarre clienti e trattenere gli agenti, dando loro più efficaci strumenti per fare il loro lavoro. Il progetto potrebbe presto essere esteso a tutti gli agenti in intermediazione. Io e Daniele siamo entrambi molto entusiasti di come ci venga data una vera opportunità di tradurre tutto ciò che sappiamo del Web in una nazione molto potente come gli Stati Uniti e in particolare in Florida, che per qualche motivo è sempre stata all'avanguardia dell'innovazione e ha una presenza molto forte in Internet marketing.

domenica 30 agosto 2009

LIDO LIDO

La stella Michelin la merita tutta questo ristorante che si trova in una piccola traversa, rivolta all'Adriatico, del lungomare di Cesenatico. L'esterno composto con vetri a specchio che compongono gran parte dell'edificio, dove ci sono anche un Hotel e altri esercizi, non rende onore esattamente al locale che ha una bella sala allargata e una parte esterna "velata" che da la sensazione di trovarsi quasi a bordo di una barca. Ottimo anche il colpo d'occhio della tovaglieria e posateria. La tradizione effettivamente gioca un ruolo importante nella cucina di Vincenzo Cammerucci, sapiente e simpatico Chef, che recupera le ricette più interessanti e le reinterpreta con uno stile personalissimo. Molto interessante la carta che offre piatti di mare e di terra, tutti gustosissimi, anche se da queste parti si va per degustare i menù di pesce. Consiglio di seguire le proposte tra: degustazione di antipasti, piccolo e grande menù oppure per i vegeterani, quello dedicato. Personalmente oltre ad un aperitivo con fritti misti eccellenti ho provato la Ricciola cruda con sale affumicato bourgour e daikon, la zuppetta fredda di pomodoro con cappesante crude e gelatina di mele rosse, i Sardoncini farciti con stridoli al pomodoro verde e salsa di papalina, ravioli di piselli con granciporro, baccalà arrostito con spinaci e salsa leggera all'aglio, grigliata mista nello spiedo con patate novelle sotto cenere e lardo, zuppetta di ciliegie con vino di visciole, gelato di squacquerone e sale speziato. Ottima anche la carta dei vini.
Il mio giudizio: escluso da metà giugno ad agosto, da non perdere.

Ristorante LidoLido - via Ferrara, 12 - Cesenatico - tel. 0547.67.33.11

domenica 23 agosto 2009

Hai un'idea? Vendila su YouTube

ILSOLE24ORE.COM > Notizie Tecnologia e Business - di Luca De Biase - 21 agosto 2009
Lauren Luke è una ragazza-madre di 27 anni di South Schields, vicino a Newcastle. Il suo accento è quello della Britannia profonda. Il suo aspetto fisico non corrisponde al canone filiforme della bellezza modaiola, ma il suo sorriso dimostra che Lauren è in pace col suo corpo. Anche perché le gratificazioni non le mancano: forse inopinatamente è diventata una vera e propria star su YouTube. Con alcune decine di milioni di fan in mezzo mondo. Perché? Che cosa ha fatto di speciale? È riuscita a guadagnarci qualcosa? E la sua storia è generalizzabile, oppure è un caso irripetibile?La velocità moderata della vita quotidiana di Lauren, soggetta alle prevedibili routine della vecchia South Schields, è diventata accelerazione inarrestabile quando la donna si è sintonizzata sulla dinamica di internet. Lauren sbarcava il lunario armeggiando col computer per vendere cosmetici su eBay. Per farsi un po' di pubblicità ha deciso di aprire un canale su YouTube: l'idea era di riprendersi con la webcam mentre si truccava, spiegando gli effetti che si possono ottenere con i vari prodotti cosmetici. L'effetto è stato esplosivo. Sarà stato il suo aspetto di persona normale, dicono i massmediologi. Sarà stata la freschezza del suo modo di esprimersi, osservano i pubblicitari. Sarà stata l'originalità dei consigli, commenta qualche amico. Sta di fatto che quella serie di "lezioni di trucco", la cui produzione è costata zero sterline, è diventata un successo formidabile e i video del suo canale su YouTube – Panacea81 – sono stati visti 50 milioni di volte in 70 paesi del mondo. Se ne sono accorti anche i grandi organi d'informazione, l'Observer, la Bbc, il New York Times. E Lauren è riuscita a trasformare la notorietà in una miniera d'oro: la catena di distribuzione di cosmetici Sephora ha deciso di commercializzare in esclusiva una linea di prodotti con il marchio By Lauren Luke.La sua storia è tutt'altro che isolata. Non solo perché le lezioni di trucco online sono ormai un genere, con le sue varianti più o meno genuine. Michelle Phan è stata vista all'opera sei milioni di volte e ha sviluppato una sua linea di prodotti per la pelle. E in Italia ci prova Clio Zammatteo con ClioMakeUp. Non c'è idea che si sviluppa su YouTube che non abbia i suoi emuli e non c'è settore che non offra opportunità. Le lezioni online stanno andando forte su moltissimi argomenti: dal marketing al pianoforte, dall'inglese all'ukulele. Ma c'è molto altro. Come scegliere nel grande rumore? Cercando chi voglia condividere i segnali deboli che si notano in giro. È bastato mettere su Facebook, Twitter e FriendFeed una richiesta d'aiuto per questo articolo e sono venute fuori decine di segnalazioni. Pare che vada forte il fotografo Luciano, di Ferrara, che ha messo in rete le sue lezioni per ritoccare le immagini con Photoshop. E poi ci sono le lezioni di magia di Milleaccendini. E, molto apprezzati, gli insegnamenti culinari di La Cucina di Mimmo. Qualcuno arriva a sfruttare la notorietà generata da YouTube per migliorare o inventare il suo business. Altri si fermano prima.Questi fenomeni sembrano venir fuori dal nulla. Di sicuro, non c'è una ricetta del successo con YouTube. Si sa però come avviene. Lo ha studiato per esempio l'antropologo Michael Wesch, che insegna alla Kansas State University. La sua autorità in materia è indiscussa per un motivo semplice: anche lui ha realizzato un video, un'animazione per insegnare come il web abbia cambiato la scrittura, l'ha messo su YouTube e, senza alcuna promozione, ne ha visto crescere la diffusione fino allo straordinario record di 10 milioni di visualizzazioni. Quando Welsch ne parla, con la sua aria candida, si dimostra ancora incredulo. Ma la dinamica è chiara. Il filmato è piaciuto a qualche blogger che lo ha passato agli amici, che a loro volta lo hanno fatto notare ad altri amici ancora. Il passaparola ha preso velocità e la crescita è diventata esponenziale. È la logica della rete: che non è un deposito di contenuti, ma uno strumento per le persone che si esprimono e si connettono, si riconoscono e promuovono nella loro cerchia quello che apprezzano, generando nell'insieme un medium orizzontale, ricco di varietà, veloce e – specie quando si tratta di video, musica, danza, foto – globale. Welsch ha ricostruito la dinamica dei grandissimi e inattesi successi di YouTube. Si tratta di opere di veri outsider che inventano un genere. Come il ragazzo che ha giocato con la webcam riprendendosi mentre cantava in playback una canzone popolare qualche tempo fa, Dragostea din Tei, e ha pubblicato il suo video Numa Numa. Welsch ha studiato la diffusione "virale" del video scoperto in Europa dell'Est, visto in Italia e da qui diventato un fenomeno mondiale. Quel gesto inventivo privo di concessioni alla professionalità, ha aperto la strada a un format, la parodia delle canzoni, a sua volta continuamente reinterpretato. C'è stato il tormentone delle caramelle Mentos che gettate nella versione dietetica della Pepsi facevano uscire il liquido dalla bottiglia come una fontana: una scena riproposta in mille forme. Con o senza sponsor. E c'è stato il grande Matt Harding, un giovane programmatore di videogiochi che – fatti un po' di soldi con il software – decise di partire per uno scanzonato giro del mondo durante il quale sviluppò l'idea che gli avrebbe cambiato la vita: si riprendeva con la telecamera mentre danzava in modo simpaticamente demenziale davanti ai monumenti e ai luoghi che più lo ispiravano. I brani di quella danza gioiosa, montati uno dopo l'altro, sono diventati un video cult per milioni di fan.

Che cosa hanno in comune questi protagonisti di YouTube? Un'idea originale, un protagonista autentico, un'intrinseca credibilità. Nell'insieme non sono un reality: sono un mosaico di finestrelle sulla realtà. Come ogni medium, anche questo è a disposizione del business. Ma come ogni medium ha le sue regole. Le aziende che, scoprendo questi fenomeni tentano di collegarvi i loro prodotti, intuiscono che non devono rovinarne la semplice qualità. Dice Matt: «Quando un'azienda mi ha chiesto di fare un altro viaggio, ho risposto che non avevo più un soldo. Quando hanno proposto di finanziare quel nuovo viaggio, ho risposto che era un'ottima idea. Ma il video che ne è venuto fuori non sarebbe stato bello se quell'azienda avesse interferito nelle mie scelte. Quando vediamo un video sponsorizzato, nella nostra mente scatta qualcosa e pensiamo: è solo pubblicità. Ma quell'azienda aveva già i suoi spot. Così ha solo pagato il viaggio. In 39 paesi. E il diritto di usare il film per collegarlo alle loro attività. Niente di più».Il problema è che ci sono decine di milioni di creatori originali di video che hanno solo qualche decina di visualizzazioni. Solo pochi sfondano. E in questo YouTube non è diverso da qualunque altro medium. La differenza è che la rete è aperta alla sperimentazione. Dalla ricerca collettiva qualcosa di nuovo e interessante viene inevitabilmente fuori. Le aziende non pensano che i loro laboratori possano effettuare solo esperimenti di successo. Ma sanno che possono imparare da ogni passaggio. E il basso costo delle produzioni online consente di sperimentare parecchio.Il modello di Zooppa, azienda veneta che mette in contatto i creativi della rete e le aziende che vogliono produrre spot adatti a internet, è un caso da seguire. La creatività è sollecitata da un brief che Zooppa lancia online per lasciarlo alla libera interpretazione di chi voglia proporre un'idea. Alla fine, l'azienda sponsor sceglie la creatività migliore e la ripaga con un premio. Agli altri partecipanti resta la soddisfazione di essersi divertiti: ed evidentemente la cosa piace, visto che la comunità di Zooppa ha ormai superato i 40mila creatori iscritti. L'evoluzione della rete è soltanto all'inizio. Il medium si sviluppa nella complessità delle relazioni tra le persone. Ma è chiaro che Lauren Luke e gli altri dimostrano qualcosa. In rete, il personaggio dev'essere prima di tutto una persona che fa la cosa giusta. E come tale fa venire voglia di segnalarla agli amici. I media tradizionali si accorgono di questi fenomeni, li possono accelerare, possono aggiungere un contributo di qualità e cultura, ma non li possono determinare. In questo internet rinnova e arricchisce l'ecosistema dei media. E rimanda la palla nel campo dei mezzi professionali. Che devono imparare a farsi valere, senza contare sui vecchi privilegi.

venerdì 21 agosto 2009

Un'Azienda e un'utopia. Adriano Olivetti 1945-1960.

"... Ciò che contrassegnò l'opera di Adriano fu infatti un utopismo pragmatico. Sia perchè caratterizzato da un'azione concreta intesa ad abbinare cultura e industria, sia perchè animato dall'intento di coniugare le regole del sistema d'impresa con i principi dell'etica e della responsabilizzazione sociale..."
"... si ispirava ai principi del pluralismo e ai valori di una cultura laica..."
" ... i suoi riferimenti culturali erano Schumpeter, Kelsen, Friedmann, Mounier, Simone Weil, Mumford..."
"... si avvalse, tanto nella conduzione dell'impresa quanto nelle relazioni culturali che fecero da collante ai suoi piani, del contributo di un folto staff di intellettuali-manager e di consulenti provenienti dai più diversi campi delle scienze sociali e umane, ma accomunati da una visione che infrangeva il muro degli specialismi. Sociologi, economisti, psicologi, politologi, architetti e designer, ma anche scrittori e letterati... essi appartenevano per lo più a quella che allora veniva definita come la 'terza forza', ossia la sinistra laica e di formazione neo illuminista, tendente a mutuare i modelli di pensiero e d'azione della cultura progressista nord-europea e americana... Fu un'avventura imprenditoriale pressochè unica... un'impresa che anteponeva l'uomo al profitto, ma con brillanti risultati economici... un'impresa che, insieme all'incremento della produzione, favoriva finalità etiche e sociali..."
"...ugualmente singolari e lungimiranti ci appaiono oggi le sue scelte in materia di politica del territorio..."
"... si scontrò sul versante delle politiche sociali. Giacchè egli ebbe a che fare con l'ostilità di gran parte dell'establishment industriale... anche i principali sindacati, la Cgil e la Cisl, non nascosero la loro contrarietà nei riguardi della politica olivettiana, che essi bollavano come una forma più aggiornata di paternalismo padronale... "
Frasi tratte dal libro "Un'azienda e un'utopia. Adriano Olivetti 1945-1960" - A cura di Stefano Semplici - Società Editrice il Mulino.




giovedì 20 agosto 2009

Ristorante Circolo Aviatori Lugo

C'è sempre stato un ristorante all'interno del piccolo Circolo Aviatori "Francesco Baracca" a Villa San Martino di Lugo, ma nel 2005 Stefano Marocci e Simone Tarroni, due giovani volenterosi e creativi, hanno dato vita ad una gestione con una proposizione di piatti abbastanza interessanti. La "location" in non colpisce certamente il visitatore dall'esterno , ma all'interno sono riusciti ad arredare in modo singolare il locale, si da renderlo simpatico e anche accattivante soprattutto di sera con l'ampio uso di candele. La carta con menù di carne e pesce si presenta calibrata con una ricerca nell'ideazione e presentazione dei piatti, pur non allontanandosi dai prodotti del territorio. Buona la scelta dei vini. E' importante che i gestori continuino sulla strada della ricerca e del perfezionamento per evitare alcune "sbavature", mantenendo altresì molta attenzione sul rapporto prezzo-qualità. Alcune tra le cose assaggiate: giardinetto di crostacei; millefoglie di melanzana con code di mazzancolle; riso Venere ai pescatori di lanterna; grigliata del pescatore fritto, panna cotta al profumo d’arancia su letto di mascarpone.
Il mio giudizio: vale una visita se passate da quelle parti.
Ristorante Circolo Aviatori - Via Ripe di Bagnara, 4 - Villa San Martino 48022 Lugo (RA) - Tel:
054576450

mercoledì 19 agosto 2009

Osteria Malabocca

"Nel medioevo e precisamente ai primi dell'XI sec., Bagnacavallo inizia la sua vera storia di centro politico, sotto il dominio dei Conti Malvicini o Malabocca,che secondo alcuni storici sarebbero stati un ramo collaterale dei Conti Brandolini.Appartenne alla casata dei Malvicini o Malabocca, la Contessa Caterina la quale,sposa in Ravenna a Guido Novello da Polenta, in qualità di mecenate, ebbe il merito di ospitare Dante durante gli anni del suo ultimo esilio,né va esclusa l'ipotesi che il sommo Poeta abbia soggiornato a Bagnacavallo." Così spiegano Fabio e Roberto Dalfiume, titolari nonché rispettivamente Chef e Maitre del locale. Questa locanda aperta nel 2005 è collocata nella piazza principale del paese, sotto il loggiato, ed ha preso il posto di una vecchia osteria. A conferma della grande effervescenza che caratterizza Bagnacavallo anche nella gastronomia, il locale si presenta con un ottimo menù di pesce con piatti sfiziosi al giusto prezzo, non disdegnando una scelta di piatti "di terra" e ultimamente anche vegetariano. Pochi tavoli - meglio prenotare - nella sala ad ampie volte e cortesia nel servizio. Curata anche la proposizione del pane. Tra i piatti provati segnalo il baccalà mantecato con vellutata di broccoli e olive, i ravioli di rombo, insalatina di finocchi e capperi, zuccotto di ananas e yogurt con biscotti al cocco e fondente. Un'altra nota positiva del locale è data dalla rotazione del menù che avviene con una certa frequenza. Visitato più volte ha confermato sempre un livello di qualità eccellente. Non è certo indispensabile, ma sarebbe auspicabile migliorare la parte web del ristorante oggi molto scadente.
Osteria Malabocca - Piazza della Libertà, 15- 8012 Bagnacavallo (RA) - Tel 0545 64468

martedì 18 agosto 2009

Al Maneggio Ristorante

Non è semplice trovarlo la prima volta, in via Argine Destro Lamone, questo ristorante con adiacente un piccolo maneggio situato in località Santerno, tra Bagnacavallo e Ravenna. Ma il viaggio e la ricerca vale la pena. Soprattutto per una cena. La casa contadina ristrutturata, classica romagnola, è stata recentemente arricchita da una veranda - riscaldata - che aggiunge un fascino particolare all'esperienza. Arredata in modo originale e molto particolare, come lo è anche la parte interna, già esistente, ma con un qualcosa in più. Per il periodo natalizio risulta spettacolare con gli addobbi e le candele. La cucina affidata alla co-titolare, Leoni Simonetta, è altrettanto originale e molto interessante nei piatti proposti. Si va dall'insalatina con spinaci freschi con uova strapazzate e tartufi - assolutamente consigliata - agli involtini di melanzana come antipasti. Dai cappellacci con formaggio di capra con tartufo bianco ai taglioni con guanciale e zucchine. Ottima la tagliata al rosmarino e grandi i dolci della casa che si presentano fin da subito ai vostri occhi nella sala interna, alimentando il desiderio. Ottima la scelta dei vini. Gilberto Romanini in sala risulta un ottimo anfitrione. Il locale ha una ottima frequentazione. Il prezzo lo definirei moderatamente elevato.
Mio giudizio: da visitare nel periodo autunno-invernale e di sera.
Ristorante Al Maneggio - Via argine destro lamone, 1 - santerno (RA) - 48100 - Tel. 0544.417496

Inno alla qualità del gusto del rischio

Avvicinatevi all'orlo del precipizio disse/
Avvicinatevi all'orlo del precipizio/
Si avvicinarono ed ebbero paura/
Avvicinatevi disse/
Li spinse/
E loro volarono/

Christopher Logue

lunedì 17 agosto 2009

I TRE FRATELLI

A Lugo di Romagna questo ristorante è da sempre un ritrovo “classico e sicuro” per la qualità e per l’ottimo rapporto con il prezzo. Un'ambiente semplice, un locale che mantiene quel sapore anni '60-'70 rinfrescato però in modo da risultare molto pulito e famigliare. Nel periodo estivo risulta molto gradevole cenare esternamente nella struttura che mi ricorda sempre certi ristoranti che ancora si trovano nelle colline cesenate e riminesi o nell'appennino. Il ristorante si trova a poche centinaia di metri dalla circonvallazione principale di Lugo, ma già in aperta campagna. Qui i cultori della tradizione e della pasta fatta in casa potranno dare libero sfogo ai propri desideri. Non mancano anche interessanti, seppur moderati, spunti di innovazione su alcuni piatti classici. Alcuni pezzi forti che consiglio perchè provati più volte sono: taglierino di salumi con crostini caldi e gnocco fritto; cappellacci di ricotta al radicchio rosso; garganelli all’arrabbiata; tagliata di manzo con pomodorini e rucola e patate al forno e i dolci della casa.
Il mio giudizio: un locale con cui andare insieme agli amici per una bella serata al giusto prezzo.
Ristorante I Tre Fratelli - Via Di Giu, 56 - tel: 0545 23328 - 48022 Lugo (RA)

domenica 16 agosto 2009

Magnolia Ristorante Cesenatico

Da qualche anno si è trasferito nella nuova "location" molto curata, questo ristorante che mantiene fede alla qualità nei piatti raffinati e originali preparati dallo chef – e titolare – Angelo Faccani, che ha saputo coniugare, come ama ripetere, “sapienza e passione, tradizione e innovazione”. Il locale per il periodo estivo possiede anche una veranda esterna da 35/40 persone. Nella mia visita ho trovato ottimo anche l’abbinamento dei vini proposti capaci di esaltare i diversi sapori. L'occhio viene appagato in tutto, dai piatti proposti all'ambiente curato e raffinato: una villa di recente ristrutturazione arredata con stile moderno, essenziale ed elegante. Segnalo il menù da me scelto: crudo di Ricciola; pinzimonio di ortaggi alla soia e zenzero; catalana di astice, frutta e verdura; sfoglie di polipo, patate, terra di olive e pomodori canditi; passatelli asciutti con vongole, erbette di campo e limone; rombo chiodato; lasagna di patate; crema di carote e zenzero; zuppa di ciliegie al vino rosso; spugna alle mandorle e sorbetto allo yogurt. Avendo due forchette nella guida del Gambero Rosso e una stella Michelin naturalmente si colloca nella fascia medio-alta.
Il mio giudizio: consiglio la visita.
Ristorante Magnolia, viale Trento 31, Cesenatico (FC) - Tel. 054781598

sabato 15 agosto 2009

Il banchiere dei poveri

Muhammad Yunus è il fondatore della Grameen Bank e ha ricevuto un premio Nobel per la pace. La Grameen Bank, la prima vera banca del microcredito, è nata da un'idea di questo uomo con l'obiettivo di far sparire la povertà dalla faccia della terra. Qualcuno potrà sorridere, ma non era forse Walt Disney che a suo tempo disse "Se puoi sognarlo, puoi farlo" ?
Nonostante l'avversità della Banca Mondiale - da leggere come i piani di sviluppo mondiali siano fiumi di denaro che vanno ad ingrassare le società di consulenza e gli apparati - il professor Yunus osservando e vivendo in una delle zone del mondo più endemicamente colpite da una povertà strutturale, il Bangladesh, ha tenacemente perseverato nella sua volontà di creare un istituto di credito che con regole semplici e a tassi bassissimi, fosse in grado fornire speranza e futuro a persone che normalmente finiscono in mano ad usurai, strozzini o fornitori. La sede è ancora basata in questo paese nonostante oramai abbia una espansione globale (per non dimenticare mai cosa significa veramente povertà) e ha già offerto la possibilità ad alcuni milioni di persone di elevare il proprio status alla soglia minima della dignità umana e dell'auto sufficienza. Parliamo ad esempio di concedere un prestito di 27 dollari a 42 persone ! In tutti i casi il microcredito riguarda cifre da poche centinai di dollari per gruppo di persone.

L'Italia in bolletta

Luigi Furini ha scritto libri molto interessanti sul lavoro e l'economia in passato, uno per tutti "Volevo solo vendere la pizza" da me già segnalato.

Questo ultimo lavoro offre uno spaccato drammatico, ma veritiero, sulla situazione di molte famiglie italiane appartenenti anche alla piccola e media borghesia che per la situazione economica venutasi a creare, unitamente alla pratica molto diffusa negli anni scorsi di ricorrere allo strumento dei finanziamenti, oggi si trovano sull'orlo del "default". Ma contrariamente all'America nel nostro Paese i privati non possono fallire - contrariamente alle imprese - e i tuoi debiti rimangono sempre. Capisco che oggi sarebbe meglio leggere cose più positive, ma fare un bagno di realtà raccontato dalla voce diretta dei, malgrado loro, protagonisti serve sempre per fare riflessioni e porre magari maggiore attenzione alla scelta di acquistare o meno un bene che che il sistema consumistico di oggi - spinto agli eccessi - ci fa apparire come "indispensabile".

Marchionne

In questa pausa estiva mi sono dedicato alla lettura di due libri usciti sull'AD del Gruppo FIAT: "Marchionne" scritto da Marco Ferrante per Mondadori e l'istant book "L'uomo dal maglione nero" - biografia non autorizzata del più coraggioso manager del mondo - scritto da Marco Gregoretti per Milano Finanza.
Sono sempre attratto dai libri biografici di personaggi importanti, negli Stati Uniti esiste un vero e proprio filone mentre in Italia scarseggiamo su questo fronte.
Personalmente ho apprezzato maggiormente quello di Gregoretti che mi ha fornito uno spaccato più vivo e ricco di particolari di questo uomo, sconosciuto in Italia ai più per molto tempo. Ho trovato il volume di Ferrante di un certo interesse, ma con un "taglio di volo" troppo alto che non ha risposto alle mie curiosità in merito alle scelte, al modo di vita, alla programmazione del lavoro, ai gusti e gli hobby di Marchionne. Al contrario l'istant book di MF racconta nel particolare molto di tutto questo fornendo altresì molti particolari e dati tecnici sui risultati conseguiti finora dall'inizio del mandato, riportando termini contrattuali dell'accordo e spiegando, per esempio, alcune scelte legate ad altre società del Gruppo e alla CNH in particolare (che mi interessavano per inquadrare meglio la drammatica situazione legata allo stabilimento di Imola a rischio di chiusura).
Se lo riuscite ancora a rintracciare dal vostro edicolante di fiducia, consiglio di acquistarlo.

venerdì 14 agosto 2009

L'importanza della convivialità

La convivialità e la conversazione si dimostrano i grandi “facilitatori” del gusto e, perciò, il centro di questa esperienza tornano a essere il cibo e l’alimentazione, in altre parole la cultura della tavola. Soprattutto in momenti di crisi come questo, dove si torna un po’ intimisti, dove si ricercano le cose un po’ perdute, un po’ trascurate, momenti di piacere solo per se stessi, attimi di felicità e pace in un mondo che pare sconvolgere qualsiasi regola, riapproriamoci del gusto, di questo antico sapere. Non dimentichiamo mai che la cultura della tavola è la cultura di un popolo, che si tramanda anche attraverso la memoria dei cibi e quindi della tradizione. Ricordiamo e riflettiamo che l’arte e la cultura costituiscono la base comune su cui ciascuno, partendo dal proprio grado di istruzione, misura e confronta l’esperienza del gusto. E allora se il cibo è - e deve essere - felicità, apparecchiamo ogni giorno la tavola come se avessimo ospiti, in famiglia ma anche se siamo soli. Provate a farlo – così quasi per gioco - qualche volta tanto per “capirne il sapore”, presumibilmente la sera quando certamente tornate a casa dopo le vostre attività e anche il mondo un poco si ferma, rallentate e degustate il momento. Scegliete con cura l’arredo, non per stupire, ma per godere. Il piacere del palato merita il miglior vetro, il miglior servizio, il miglior tessuto, la migliore apparecchiatura. Il piacere che il cibo può dare deve essere accompagnato da tovaglie e tovaglioli freschi di bucato, le posate sistemate in modo curato. Tutto come in un ottimo ristorante. Soprattutto oggi che andare al ristorante costa, il ristorante possiamo farlo noi, può diventare un motivo di novità e di ricerca che coinvolge il partner, la famiglia e, mi ripeto, noi stessi. E crea un “effetto domino” perché porta ad interessarsi di tutto ciò che concerne la Civiltà della Tavola: storia, regole, usi e costumi. Non dimentichiamo mai che la nostra fortuna, uno dei patrimoni più grandi, è avere una cultura del pasto che tutto il mondo ci invidia e cerca di copiare. Datemi retta, gli spuntini davanti alla televisione lasciamoli agli anglosassoni, oppure se proprio se c’è l’evento maximo imperdibile, e la plastica - assolutamente riciclata mi raccomando – riserviamola ai pic-nic fuori porta, al fiume o in collina, senza esagerare. L’improvvisazione alimentare nei parchi o nelle spiagge segnala un’occasione felice e spensierata, che non voglio certo condannare anzi, ma sulle tavole di casa – o ancora peggio sui divani – si trasforma invece in pressapochismo infelice. Un segnale di una “degenerazione” dei costumi, e personalmente ritengo anche dell’educazione, che si propaga velocemente a tanti aspetti della vita e ad atteggiamenti mentali, di cui si vedono i risultati tutti i giorni. D’altronde un nostro antico e illustre antenato ci ha lasciato a imperitura memoria una frase, e ognuno di noi dovrebbe scolpirsi mentalmente e non dimenticare mai, che recita, più o meno, così “…fatti non foste per viver come bruti… “.
Pubblicato su Sabato Sera Due a gennaio 2009

La bufala dei low cost

Ho letto qualche mese fa alcuni report e articoli in cui si evidenzia come almeno nella ristorazione veloce la crisi non si senta, anzi l’impressione che se ne ricava è che la brutta congiuntura attuale, favorisca di fatto lo sviluppo dei ristoranti a buon prezzo. E di come sia in atto, da parte dei consumatori il downgrading che in pratica significa che se prima si spendeva 20 Euro per mangiare, adesso vanno in pizzeria per spenderne 15 o addirittura in certe catene tipo Mc Donald’s per spenderne anche 10. Contemporaneamente queste catene si stanno trasformando, offrendo sempre più prodotti e menù molto “adattati” alle realtà nazionali e regionali. Si stanno trasformando - di fatto – in “casual restaurant”, questa la nuova categoria che contraddistingue la nuova tendenza. Nelle città della nostra regione probabilmente il fenomeno non è ancora così evidente, anche se alcuni segnali si avvertono già. Qualche articolista sostiene come il fenomeno sia arrivato già anche nei punti di ristoro delle autostrade, delle stazioni e degli aeroporti. Su questo punto manifesto enormi riserve. Chi, come me, per lavoro è costretto a viaggiare molto può constatare la situazione senza problemi.
Quando leggo che la Direttrice del Marketing e Innovation, del maggiore “player” di gestione dei punti-ristoro presenti in questi luoghi, afferma che hanno successo perché “quello che conta è un ottimo rapporto fra prezzo e qualità” mi viene da sorridere… e penso anche a voi.
Ma non si ferma qui, infatti afferma che “in realtà oggi i consumatori sono alla ricerca di rassicurazioni, di gusto, di benessere. Oggi più che mai conta il sapore della tradizione, l’autenticità dei sapori, un ambiente rilassante e confortevole”. Una dichiarazione che condivido pienamente. Peccato che salvo rari casi, tra l’altro frutto di altre gestioni, questi punti-ristoro siano luoghi in cui fermarsi il meno possibile, dove non si nota molto l’attenzione alla soddisfazione e alla cura del cliente, dove i prodotti sono mediamente mediocri e i sapori “confusi”, con un rapporto prezzo/qualità assolutamente sproporzionato. Vi siete mai fermati a mangiare, ad esempio, un’insalata e un piatto di formaggio, bevendo acqua con un panino al seguito ? Potrete dimenticare la “qualità”, ma non il prezzo. Ritengo che ci sia ancora molto lavoro da fare per raggiungere – tanto è vero che una recente indagine indicava come i clienti si indirizzino ormai solo sui panini di più basso prezzo – il servizio è scarso e il personale quasi per niente motivato e sotto dimensionato (sarà capitato a tutti di vedere una persona per due casse: bar e uscita).
Pubblicato su Sabato Sera Due a fine dicembre 2008

Voglio l'America

Questo libro è una testimonianza contenente le stesse emozioni e sensazioni che, fin dal mio primo viaggio negli States - a New York in particolare - negli anni '80, io stesso provai, esattamente come le descrive l'autore. Ho trovato incredibile le tante similitudini descritte che mi hanno fatto rivivere i primi viaggi. Ogni ritorno negli Stati Uniti è comunque uno stimolo positivo per il mio stato d'animo e mi permette una volta tornato a casa, di godere per molto tempo di questa fonte di idee ed energie per il lavoro e me stesso. Altresì curioso che l'autore sia emiliano romagnolo come me e per un attimo ho pensato che queste sensazioni molto coincidenti siano legate anche alla stessa terra d'origine... ma forse è solo un condizionamento.
Di certo, Enrico Franceschini, soprattutto nella prima parte del volume, è riuscito a farmi "sentire" come protagonista in tante situazioni descritte, vissute con qualche differenza anche da me. Una New York molto ben descritta oggi cambiata da quegli anni '80, profondamente migliorata per qualità e sicurezza.
La differenza sostanziale - non da poco - è che l'autore ha "buttato il cuore oltre l'ostacolo" e ha scelto di vivere, vincendola, la sfida americana. Io l'ho solo pensato e per qualche tempo ho accarezzato l'idea, facendo alla fine una scelta diversa. Almeno per il momento...
Un libro che consiglio di leggere.

Al SaleGrosso di Milano Marittima

La Locanda SaleGrosso si trova nella zona del porto canale, verso Cervia, e si presenta con una veranda estiva e una sala interna - invernale - con arredi marinari territoriali d'epoca. Molto piacevole a colpo d'occhio l'insieme. Curati i particolari dell'apparecchiatura. Positivo tutto sommato il servizio per qualità e cortesia, anche se - con il locale abbastanza pieno - ho notato alcune "dimenticanze" che non dovrebbero comparire. Definirei la cucina, naturalmente di pesce, di una semplicità ricercata. Un menù limitato di piatti, che apprezzo perchè indice solitamente di qualità, che subisce una buona rotazione stagionale. Segnalo tra i piatti gustati: millefoglie di Alici con germogli di cipolla e pomodori verdi, strozzapreti con olive, tonni, capperi, scaglie di pecorino scopettato in uscita. Stpenda anche alla vista la vela di pesce spada con tortino di patate, ma tutti i piatti sono molto curati e da ammirare prima di assaggiarli. Ottimo il dolce di sfogliatella alle mele con pinoli tostati, crema di pistacchio di Bronte e gelato al gusto di crema pistacchio.
Migliorabile l'offerta di pane e le toilette, non proprio all'altezza dell'immagine che la Locanda intende darsi.
Il mio giudizio: assolutamente da provare.

Locanda SaleGrosso Viale 2 Giugno, 15 - Milano Marittima - (RA) - 48015 - Tel . +39 0544.97.15.38