sabato 31 luglio 2010

La scusa del caldo

Ogni anno si ripete l'avvilente rito quasi collettivo.
Con la scusa del caldo, in citta', e' tutto un fiorire di pantaloncini corti, canottiere e infradito. Senza nessuna remora ne' riflessione se il luogo o la decenza lo consentano. Così possiamo "ammirare" persone di tutte le eta' in luoghi Pubblici o negli Ospedali, tranquillamente svestiti e sciabattanti. Si, perché il caldo toglie anche la forza di camminare con un po' di compostezza, alzando un poco la gamba ad ogni passo. Di conseguenza possiamo sentire quelle note offerte dai piedi a strascico. E' un caldo tale che signori con un bello stomaco, frutto della iper-alimentazione (nonostante il caldo...), si mettono la camicia ma solo per lasciarla poi tutta slacciata.
E' la decadenza che avanza e ogni anno e' sempre peggio. Sembra che questo caldo proprio non si sopporti.
Almeno il dubbio della decenza si formasse ogni tanto prima di uscire, pensando al luogo in cui si sta andando. Tutto inutile. La sciatteria e' il destino che ci aspetta. E non migliorerà.
Pensare ad un pantalone leggero di cotone o di Lino, nei colori chiari, con una bella camicia fresca anch'essa negli stessi materiali oppure una dignitosa polo e' uno sforzo troppo faticoso... con questo caldo.

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