giovedì 28 aprile 2011

I nuovi manager si preparano in cucina

Corso speciale ai fornelli: "Così si impara il lavoro di squadra"

I pantaloni del gessato e le gonne del tailleur spuntano sotto il grembiule bianco, mentre ciuffi ribelli scappano dal cappello da chef. Ma nessuno si scompone più di tanto. L’attenzione è tutta mirata a eseguire nel migliore dei modi la ricetta del brasato, senza perdere di vista quello che fanno i compagni di squadra e i rivali delle altre.

No, non siamo a qualsiasi gara ai fornelli tra aspiranti re della cucina. Intorno ai tavoli di marmo e a quelli super hi-tech dell’Italian food style education (Ifse), al castello di Piobesi, alle porte di Torino, sono concentrati i manager di alcune delle più prestigiose aziende italiane.

Vengono qui per apprendere l’arte del lavoro di squadra nelle «cooking session» del «team building». Che non è un semplice gruppo di persone, ma una squadra che lavora per raggiungere uno scopo comune potenziando lo spirito collaborativo, competitivo e dirigenziale. Ai fornelli, appunto. Alla presenza di chef stellati e assistenti reclutati dal direttore dell’Ifse Raffaele Trovato e dal presidente Piero Boffa.

«Riuscire a creare un team può essere un’impresa ardua - osserva Trovato, 46 anni, chef di lunga esperienza con il pallino della psicologia applicata all’economia -, ma questo tipo di eventi riesce a trasmettere i principi di condivisione di ideali che poi, in modo naturale, si riflettono sull’ambiente di lavoro».

Una tendenza che sta prendendo sempre più piede. Se in passato erano più diffusi corsi di rafting o parapendio, ora il banco di prova è preferito se si trova tra forni, padelle e frullatori super accessoriati. «La cucina è un microcosmo che riproduce la realtà di un ufficio - prosegue Raffaele Trovato -: se non sei più che organizzato, se non sai chi coordinare chi sta al tuo fianco e se non sai modulare con equilibrio i tempi e i modi d’intervento, il risultato finale è un mezzo fallimento. Preparando un piatto di gamberi in pastella piuttosto che una torta Sacher, tutto diviene, invece, più facile e divertente».

Il team building, cioè la creazione di un gruppo, in cucina favorisce il potenziamento di alcune capacità indispensabili per svolgere al meglio il ruolo di manager. Sia che si tratti di architetti o ingegneri di società di costruzioni (per esempio la Building), sia che i manager appartengano ad aziende di certificazione (tipo Certo company) o di consulenza strategica (come Wave group), piuttosto che a colossi come Lagostina, il progetto non cambia. Consente di lavorare a piccoli gruppi per imparare a comunicare, delegare, capire le persone.

Il cibo come veicolo di maturazione emotiva e di sviluppo della leadership. Senza trascurare, tuttavia, l’occasione di divertirsi. Tritando, friggendo e impastando prelibatezze, non manca infatti l’opportunità di condividere momenti di entusiasmo.

La cooking session coinvolge in media una trentina di manager, suddivisi in gruppi tra i cinque e gli otto componenti. Si propone come un processo formativo personalizzato, adatto alla crescita delle capacità interpersonali nelle gestioni e risoluzioni di problemi, che si conclude con un appuntamento doppiamente interessante. Quale? La cena, che se da un lato è la rappresentazione concreta della full immersion tra i fornelli, dall’altro costituisce un momento di autentico piacere.

Grazia Longo - La Stampa


Il decalogo:
1. Sviluppare la fiducia in se stessi
2. Individuare i punti di forza di una squadra
3. Creare un ambiente pieno di energia
4. Innalzare il desiderio di collaborazione
5. Potenziare lo spirito competitivo
6. Motivare la partecipazione del gruppo
7. Pianificare ed eseguire le decisioni
8. Incoraggiare comunicazione e conversazione
9. Lavorare in team per raggiungere lo scopo
10. Cenare insieme premia i lavoro di squadra

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