giovedì 20 ottobre 2011

Non basta il PIL a fare la felicità


Uno studio di Barilla propone nuovi indicatori per il benessere. L'Italia? In crisi, ma non troppo

E se invece di considerare solo il Pil dei vari Paesi ragionassimo sul benessere di chi ci vive? Considerando, oltre al reddito, il tasso di scolarizzazione, il rispetto per l’ambiente, lo stile di vita e perfino dettagli piccoli ma significativi come il tempo che si passa a tavola? Come diceva Heine: non chiedermi cos’ho, chiedimi cosa sono.
L’idea è venuta alla Barilla, per la precisione al Barilla Center for Food & Nutrition (Bcfn), che presenta oggi a Parigi il Bcfn Index 2011 di «Misurazione del benessere e della sua sostenibilità», un grande studio curato dall’economista francese JeanPaul Fitoussi su dieci Paesi, otto europei (Italia, Francia, Regno Unito, Germania, Spagna, Grecia, Svezia e Danimarca), più Stati Uniti e Giappone. Il linguaggio è piuttosto tecnico, ma le innumerevoli tabelle propongono qualche sorpresa e molte conferme.Prendete l’Italia. 

Come indice di «benessere attuale», non siamo messi bene: settimo posto, con un punteggio, da uno a dieci, di 4,9: in testa ci sono, manco a dirlo, Danimarca e Svezia, in coda Spagna e Grecia. Come indice di sostenibilità del benessere, cioè il benessere in prospettiva futura, siamo messi peggio: penultimi a 5,1, meglio solo della Grecia e lontani dai soliti scandinavi, questa volta con la Svezia che batte la Danimarca. E poi: male come benessere materiale (4,9 su 10), ambientale (5,5), educativo (ultimi con 1,9!), sociale (4,5) e, manco a dirlo, politico (1,5: peggio di noi solo la Grecia, ma la terz’ultima, che è poi la Francia, ci stacca con il 3,6).E però forse il Belpaese non è tutto da buttare, a conferma di quel che molti pensano, cioè che l’Italia è un disastro, ma gli italiani no. Prendete i suicidi. Su 100 mila italiani, la fanno finita poco meno di 5, più dei greci, nonostante la crisi (2,6) ma meno di tutti gli altri, e di gran lunga: i giapponesi sono a quota 19,4, i francesi al 13,5, gli svedesi al 10,6. Siamo penultimi, per fortuna, anche come spesa per gli antidepressivi: 7,7 euro a testa all’anno, con gli americani a 36 e rotti. Siamo in testa come benessere psico-fisico (7,7 su 10, ultimi gli americani a 2,5) e secondi come stile di vita (6,6, a ridosso degli svedesi).Insomma, siamo in crisi ma non viviamo male. E con i piedi sotto la tavola: gli italiani sono terzi per il tempo medio dedicato ai pasti, 117 minuti al giorno contro i 76 degli americani. Ci superano solo i francesi (136 minuti, un record) e i giapponesi. Mangia che ti passa.

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