giovedì 6 marzo 2014

Oscar Farinetti: "Gli italiani? Sono tacchini non sanno venderle le proprie idee"

“Sapete chi ha inventato il marketing? L’ha inventato la gallina, che fa l’uovo e dice coccodè. Noi italiani, invece, siamo tutti dei tacchini: produciamo veri e propri tesori ma non siamo capaci di venderci. E senza dire coccodè nessuno verrà mai a raccogliere il nostro uovo”. Il fondatore di Eataly, Oscar Farinetti, invitato all’Università Carlo Bo di Urbino per parlare ai giovani del “coraggio di intraprendere”, parla ad Huffpost. Sarà il nuovo premier a trasformarci in galline? “Per ora l’esordio di Renzi è positivo ma lo giudicheremo nei prossimi tre mesi, non nei prossimi tre anni. Concedergli tempo non significa concedergli anni".
Come facciamo a tornare galline?
"Attraverso il buon esempio, attraverso persone grandi che ricoprano ruoli chiave, che invece di lamentarsi cerchino soluzioni, che diano il buon esempio. Siamo il Paese più lamentoso del mondo ma è da dilettanti lamentarsi, è da grandi cercare soluzioni. Basta dire ‘Piove, governo ladro!'"
Pensa che Matteo Renzi sia la persona più giusta per trasformarci in galline? Come vede il suo esordio?
“Per ora l’esordio di Renzi è positivo ma lo giudicheremo nei prossimi tre mesi, non nei prossimi tre anni. Concedergli tempo non significa concedergli anni. Nelson Mandela ha cambiato il Sud Africa in sei mesi, due Papi hanno cambiato la chiesa con due sole mosse geniali. Io ho fiducia. E sono contro la nuova categoria che si è creata, quella degli impossibilisti. Quelli che dicono: 'ah, è impossibile', 'ah, non si può fare', 'ah, dove prende i soldi'. Sono gli stessi che da trent’anni fanno politica e dicono che è impossibile perché vogliono giustificare il fatto che loro non hanno fatto un tubo. Ci proviamo. Come in una sana famiglia. Una sana famiglia, quando mancano i soldi, dice ‘continuo a mangiare ma spendo meno nel vestire, spendo meno nel viaggiare ma riscaldo la casa'. Noi dobbiamo fare lo stesso”.
Ma oltre a risparmiare bisogna anche investire. Quali sono i progetti futuri di Eataly?
“Abbiamo in programma l’apertura di un nuovo Eataly a Roma, a Piazza della Repubblica, sotto l’hotel Boscolo. Volevamo aprire anche in centro, visto che l’Eataly attuale si trova un po’ fuori mano. Il 18 marzo, invece, apriremo a Milano. Ci saranno cinque giorni di inaugurazione proprio per ricordare le “cinque giornate di Milano” del 1848. Conoscere la storia e le nostre radici è importante per valorizzare quello che abbiamo”
CLei che ripropone lo slogan “L’ottimismo è il profumo della vita” del poeta Tonino Guerra, crede ancora in questa affermazione?
"Ottimismo non significa pensare che vada sempre tutto bene ma pensare che tutto si possa risolvere. È sempre l'ottimismo che mi fa dire che questa generazione di italiani viventi è la peggiore della storia d'Italia. Solo 4 generazioni fa abbiamo fatto il Risorgimento, 16 generazioni fa il Rinascimento, 72 generazioni fa abbiamo inventato tutto. Adesso siamo qua. È arrivato il momento di cambiare. Ma per riuscire a cambiare bisogna imparare di nuovo a raccontare noi stessi, a farci conoscere nel mondo. Uno dei miei slogan preferiti è: ‘Think local, act global’, pensare locale ma agire globale. Perché a nord di Parma quando c’è la nebbia corrono a fare il culatello? Siamo uno dei paesi più ricchi di biodiversità al mondo: le Marche hanno più specie vegetali del Regno Unito. Allora approfondiamo questa meraviglia e raccontiamola al mondo. Tutti all'estero vogliono l'Italia: è incredibile quanta poca stima si abbia di noi nel mondo e quanta stima si abbia, invece, del Made in Italy”.
Pensa che la “Grande Bellezza” che abbiamo in Italia ci salverà?
"Certo che ci salverà, non c'è dubbio - afferma Farinetti – abbiamo i paesaggi, la pasta, il parmigiano, il design, l'industria manifatturiera, le scarpe più belle del mondo. Quindi ce la faremo. Ma è importante anche sviluppare una coscienza civica. Deve diventare figo comportarsi bene. Uno che non paga le tasse deve diventare uno che non cucca più. Dobbiamo lavorarci. Ma in fretta. Non servono anni per cambiare tutto”.

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