giovedì 4 ottobre 2007

Soft Economy



Dal libro SOFT ECONOMY (Cianciullo-Realacci, ed. BUR)
Soft Economy, un'economia basata sulla conoscenza e sull'innovazione, sull'identità, la storia, la creatività, la qualità; un'economia in grado di coniugare coesione sociale e competitività e di trarre forza dalle comunità e dai territori.

L'Italia può offrire la merce più richiesta: lo stile di vita, il modo di essere che detta le priorità al commercio, i valori che danno senso agli oggetti. Questa Italia trova negli elementi fondanti della sua cultura produttiva (il paesaggio, il territorio, il modo di vivere, l'identità, la storia) le radici di una rete di qualità che punta a trasformare l'inetro paese in un brand di successo.

La scommessa dunque è unire il concetto romantico, l'atto creativo come ispirazione folgorante, a una visione di sistema moderna e concreta che permetta di recuperare i ritardi accumulati nello sviluppo di tecnologia, talento e tolleranza, le tre T teorizzate da Florida come metro per misurare il dinamismo di una società. L'Italia potrebbe poi tornare in vantaggio mettendo in gioco la quarta T capace di assicurare lo slancio necessario: il territorio.

La Soft Economy è la capacità di creare economia in base a valori non riducibili a griglie fordiste, non misurabili con il metro della quantità: i saperi e l'innovazione, la cultura, il paesaggio, le valenze simboliche, i richiami dell'immaginario, la creatività, la storia.