domenica 11 gennaio 2009

Una gita fuori porta in Romagna a Casa Artusi

Siete mai stati a Forlimpopoli a Casa Artusi ? Fatelo. A giusta ragione si definisce “casa della memoria e dell’appetito”. Penso che quasi tutti abbiano sentito nominare Artusi e il libro delle sue ricette. Scrittore e gastronomo, è considerato il padre riconosciuto della cucina italiana. Nato a “Frampul” (Forlimpopoli) nei primi del 1800, si occupò inizialmente dei commerci di famiglia ma grazie al successo delle sue attività a metà del secolo abbandonò le attività e incominciò a dedicarsi a tempo pieno alle sue passioni: la letteratura e la gastronomia. Il suo libro “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” è ancora oggi il testo di riferimento della cucina per tante “cuoche” italiane e ha avuto in innumerevoli edizioni. Il volume è una memoria storica dei risultati dei piatti realizzati, dopo varie prove, con l’aiuto del cuoco e di una serva di casa, e trascritti in ricette. L’Artusi insomma fu un signore che a un certo punto si trovò nella condizione giusta per “godersi la vita”, esercitando corpo e mente nelle arti della cucina e della scrittura, un autodidatta comunque, e un liberale che oltre a fare l’Italia voleva evidentemente fare (grande) anche la tavola. La sua “Casa” oggi è un museo vivo della cucina, aperto di giorno a cuoche e cuochi, dilettanti, gastronomi, buongustai e a tutti quelli che, senza un titolo preciso, amano cingere un grembiule, sedersi a tavola e trovarsi al meglio. All’interno si trovano anche lettere, fogli di note, arredi, immagini, ricette e pietanze di Casa Artusi; tutto in questi spazi, dalle cantine alla biblioteca, dalle sale da pranzo al loggiato, vuole ricordare e insegnare la buona accoglienza, il gusto fine e delicato, di un padrone di casa che, seppur assente per ragioni di forza maggiore, ha lasciato le sue buone istruzioni a parlare in sua vece. Associata a Casa Artusi si sviluppa una continua azione condotta, già da molti anni, la “Festa Artusiana”, che si propone di diventare un riferimento di cultura eno-gastronomica, con valenza economica e turistica che travalichi i confini nazionali. L’obiettivo è di contribuire alla promozione della cucina romagnola, ma anche degli ottimi prodotti sia del nostro territorio – con particolare attenzione a quelli di stagione – sia di una Regione, l’Emilia-Romagna, che basa il proprio successo anche sullo straordinario mix di bellezze storiche e naturali, tradizionale ospitalità, cucina di grande richiamo, basata su una solida produzione agro-alimentare di grande qualità. Sono pochi forse a sapere che con Casa Artusi ci sono diversi collegamenti e legami al nostro territorio. In primis, questo luogo fa parte del network “I Musei del Gusto” (http://www.museidelgusto.it/) unitamente all’Enoteca Regionale Emilia Romagna, che da maggio 2008 ha inaugurato una vera e propria filiale nei locali della Casa. Appartiene a questa rete di eccellenze anche il Museo del Castagno di Castel del Rio. Inoltre il Presidente del Comitato scientifico di Casa Artusi è l’imolese Massimo Montanari (Docente alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Bologna) – autore di moltissimi libri di cui l’ultimo è “Il formaggio con le pere” - e direttore anche della prima collana dei Quaderni di Casa Artusi oltre ad avere collaborato anche in altre aree del Museo. Tra l’altro Montanari è anche membro dell’Accademia Italiana della Cucina (Delegazione di Imola) alla quale io stesso appartengo. Rinnovo l’esortazione fatta all’inizio e consiglio assolutamente una visita a Casa Artusi il sabato mattina – è collocata in un antico convento ubicato nel centro storico di Forlimpopoli - per cogliere la doppia opportunità Museo-Ristorante. Il locale, che è annesso alla struttura e ne è parte integrante insieme con un’osteria (aperta solo di sera fino a tarda notte), esprime un’ottima cucina con una ricerca interessante, in cui unisce tradizione e innovazione con grande qualità nelle portate servite. La luce, gli spazi, l’arredamento, la calma che regna, le vivande proposte, vi offriranno un viaggio in cui potrete assaporare appieno la “cultura del gusto”.
Scritto da Pierangelo Raffini e pubblicato su Il Domani di domenica 11 gennaio 2009

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