venerdì 14 agosto 2009

La bufala dei low cost

Ho letto qualche mese fa alcuni report e articoli in cui si evidenzia come almeno nella ristorazione veloce la crisi non si senta, anzi l’impressione che se ne ricava è che la brutta congiuntura attuale, favorisca di fatto lo sviluppo dei ristoranti a buon prezzo. E di come sia in atto, da parte dei consumatori il downgrading che in pratica significa che se prima si spendeva 20 Euro per mangiare, adesso vanno in pizzeria per spenderne 15 o addirittura in certe catene tipo Mc Donald’s per spenderne anche 10. Contemporaneamente queste catene si stanno trasformando, offrendo sempre più prodotti e menù molto “adattati” alle realtà nazionali e regionali. Si stanno trasformando - di fatto – in “casual restaurant”, questa la nuova categoria che contraddistingue la nuova tendenza. Nelle città della nostra regione probabilmente il fenomeno non è ancora così evidente, anche se alcuni segnali si avvertono già. Qualche articolista sostiene come il fenomeno sia arrivato già anche nei punti di ristoro delle autostrade, delle stazioni e degli aeroporti. Su questo punto manifesto enormi riserve. Chi, come me, per lavoro è costretto a viaggiare molto può constatare la situazione senza problemi.
Quando leggo che la Direttrice del Marketing e Innovation, del maggiore “player” di gestione dei punti-ristoro presenti in questi luoghi, afferma che hanno successo perché “quello che conta è un ottimo rapporto fra prezzo e qualità” mi viene da sorridere… e penso anche a voi.
Ma non si ferma qui, infatti afferma che “in realtà oggi i consumatori sono alla ricerca di rassicurazioni, di gusto, di benessere. Oggi più che mai conta il sapore della tradizione, l’autenticità dei sapori, un ambiente rilassante e confortevole”. Una dichiarazione che condivido pienamente. Peccato che salvo rari casi, tra l’altro frutto di altre gestioni, questi punti-ristoro siano luoghi in cui fermarsi il meno possibile, dove non si nota molto l’attenzione alla soddisfazione e alla cura del cliente, dove i prodotti sono mediamente mediocri e i sapori “confusi”, con un rapporto prezzo/qualità assolutamente sproporzionato. Vi siete mai fermati a mangiare, ad esempio, un’insalata e un piatto di formaggio, bevendo acqua con un panino al seguito ? Potrete dimenticare la “qualità”, ma non il prezzo. Ritengo che ci sia ancora molto lavoro da fare per raggiungere – tanto è vero che una recente indagine indicava come i clienti si indirizzino ormai solo sui panini di più basso prezzo – il servizio è scarso e il personale quasi per niente motivato e sotto dimensionato (sarà capitato a tutti di vedere una persona per due casse: bar e uscita).
Pubblicato su Sabato Sera Due a fine dicembre 2008

Nessun commento: