
"... si ispirava ai principi del pluralismo e ai valori di una cultura laica..."
" ... i suoi riferimenti culturali erano Schumpeter, Kelsen, Friedmann, Mounier, Simone Weil, Mumford..."
"... si avvalse, tanto nella conduzione dell'impresa quanto nelle relazioni culturali che fecero da collante ai suoi piani, del contributo di un folto staff di intellettuali-manager e di consulenti provenienti dai più diversi campi delle scienze sociali e umane, ma accomunati da una visione che infrangeva il muro degli specialismi. Sociologi, economisti, psicologi, politologi, architetti e designer, ma anche scrittori e letterati... essi appartenevano per lo più a quella che allora veniva definita come la 'terza forza', ossia la sinistra laica e di formazione neo illuminista, tendente a mutuare i modelli di pensiero e d'azione della cultura progressista nord-europea e americana... Fu un'avventura imprenditoriale pressochè unica... un'impresa che anteponeva l'uomo al profitto, ma con brillanti risultati economici... un'impresa che, insieme all'incremento della produzione, favoriva finalità etiche e sociali..."
"...ugualmente singolari e lungimiranti ci appaiono oggi le sue scelte in materia di politica del territorio..."
"... si scontrò sul versante delle politiche sociali. Giacchè egli ebbe a che fare con l'ostilità di gran parte dell'establishment industriale... anche i principali sindacati, la Cgil e la Cisl, non nascosero la loro contrarietà nei riguardi della politica olivettiana, che essi bollavano come una forma più aggiornata di paternalismo padronale... "
Frasi tratte dal libro "Un'azienda e un'utopia. Adriano Olivetti 1945-1960" - A cura di Stefano Semplici - Società Editrice il Mulino.
Frasi tratte dal libro "Un'azienda e un'utopia. Adriano Olivetti 1945-1960" - A cura di Stefano Semplici - Società Editrice il Mulino.
Nessun commento:
Posta un commento