venerdì 19 febbraio 2010

Mishima

La realizzazione individuale e comunitaria di un imprecisato ordine cavalleresco, a metà tra la cultura e la testimonianza vivente, il pensiero e l'azione eroica. Quanto mi ha attratto da giovane la sua figura. Sole e Acciaio: il suo testamento civile ed esistenziale fu per me una sorta di breviario spirituale, insieme all'Hagakure, negli anni '70. Significò assumere una grande forza e disciplina interiore. Mishima fu testimone coraggioso di una vita, di una protesta e di scritti di una certa rilevanza contro il suo tempo. Un uomo gracile che non aveva fatto in tempo a perdere la guerra e si era forgiato con il sole e l'acciaio, fino a diventare un'atleta nella mente e nel corpo. Era un antagonista, un esteta armato, un dannunziano dei nostri tempi in qualche modo dove il pensiero coincideva con l'azione. Ma fu anche l'ultimo dei Samurai, un soldato che aveva combattuto la sua battaglia con la penna e con la spada. In quegli anni mi aveva colpito la sua passione spirituale per il suo paese e per la tradizione, quel messaggio che si portava dietro della morte eroica, dell'atto estremo. Quel suicidio con l'antico rito del seppuku sul tetto della caserma, dopo un discorso fiero e disperato allo stesso tempo, dopo aver preso atto che tutto ormai era inutile.
Lo accumunavo allora, non ancora "inflazionato" e "svilito" dalla non-conoscenza dei più, con il Che, il guerrigliero (per me) del Popolo contro tutti gli oppressori, la visione eroica e combattiva della vita, insieme aritocratica e militare, antiamericana nel concetto della prevaricazione e della potenza solo materiale, non spirituale e storica. Anche antiborghese, seppure declinata in modo differente, ma in qualche modo per me coincidente (non c'è stata forse una rivalutazione di questa figura negli ultimi anni ?). Un certo senso mistico e anche nichilista della vita, unita ad una visione ciclica dell'evolversi della civiltà. La morte come atto estremo di una vita per dargli valore, senza temerla, condivisa dal gruppo come gli antichi ordini cavallereschi al servizio di una causa, di un'idea. Lo ricordo ancora in quelle immagini plastiche a torso nudo e lo sguardo fiero...
Mi è ricapitato per caso in mano il libro questa mattina. Oggi però mi appare tutto molto lontano e anche un poco anacronistico alla luce di questo tempo... 

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