domenica 6 giugno 2010

Sul nostro essere

Solo con l'esperienza impariamo ciò che vogliamo e ciò che posiamo, fino a quel momento siamo senza carattere e spesso siamo buttati con duri colpi all'esterno della nostra vita.

Indagando continuamente sulle nostre forze e sulle debolezza noi possiamo educarci, modificarci, cercando di utilizzare al meglio le nostre spiccate attitudini naturali, utilizzandole sempre dove esse servano, valgano e siano comprese. Evitando quelle di cui abbiamo scarsa attitudine non ci lasceremo tentare da cose in cui non riusciamo. Ognuno di noi è la manifestazione della propria volontà. Non bisogna mai abbandonare la riflessione su chi siamo e ciò che veramente vogliamo. Diversamente ci capiterà spesso di essere in continua contraddizione nella vita e, di conseguenza, esprimeremo una volontà fine a se stessa, vuota, priva di una visione.

Qunado si perde qualcosa o si prova un dolore il nostro umore, dopo i primi momenti, non risulta poi molto differente da quello di prima. Gli uomini hanno una grande capacità di assorbire e cicatrizzare le ferite anche dell'animo. Ma anche ogni stato di gioia, in cui ci sentiamo esplodere dentro, non dura molto. Noi vorremmo trattenerlo il più a lungo possibile, ma il nostro spirito si abitua all'ampliamento dei nostri desideri e si assuefà velocemente al possesso corrispondente. Altresì accade quando una grande preoccupazione che ci angoscia ci viene tolta dal cuore con esito positivo. La maggioranza degli uomini la sostituisce subito con un'altra che esisteva anche prima, magari non così importante da poter penetrare con preoccupazione nella coscienza perchè non trovava più spazio. Imparare a meditare su questi stati d'animo può servire a divenire un poco più saggi e cercare di assaporare più a lungo le gioie o l'evoluzioni di eventi positivi.

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