giovedì 13 febbraio 2014

Il manuale dello Startupper

Ho accolto con molto piacere la proposta che la giornalista Alice di Pietro mi fece qualche mese fa, ovvero di scrivere un articolo che aiutasse i suoi lettori a chiarire dei dubbi riguardo l'avvio d'impresa. Un sorta di "Manuale dello Startupper" per il suo giornale Beautips.

Premetto che la mia è una microscopica storia imprenditoriale e che non mi voglio porre al lettore come un esperto. Sono semplicemente un ragazzo del 1992 che ha avuto la pazza idea di creare un'azienda. Perché dico pazza idea? Perché la percentuale dei giovani che ha la volontà di diventare imprenditori in Italia si aggira intorno al 2%. Vuoi per la crisi, le tasse o per la burocrazia, fatto è che l'Italia, paese simbolo dell'imprenditorialità, non solo ha perso il primato, ma è in fondo a questa classifica.

Per questo voglio condividere con voi tutti i passaggi concreti che ho dovuto fare per aprire la mia azienda con la speranza di togliere qualche dubbio e, quindi, qualche paura a ragazzi o ragazze che hanno una mezza idea di diventare quello che oggi chiamano startupper. E alzare quella benedetta percentuale!

• L'idea: Cosa voglio fare? - La prima cosa che bisogna avere, l'origine del tutto, è l'idea. Attenzione, non deve per forza essere l'idea del secolo, va bene anche prendere delle idee esistenti e metterci del personale oppure trasferire nel proprio paese business che stanno andando bene in altri stati (sempre nel rispetto dei diritti). Chiaramente se l'idea è innovativa si ha la possibilità di diventare first mover, con tutto quello che comporta; ovvero costi molto alti di produzione e di penetrazione di mercato (che di fatto va creato), ma il vantaggio di essere riconosciuti come i numeri uno.

Prendiamo ad esempio l'apertura di un business innovativo nel mondo digitale, quello in cui ho intrapreso la mia carriera e con meno barriere all'entrata.

• Analisi Funzionale - Una volta avuta l'idea bisogna subito scriverla in un documento che possiamo chiamare di "Analisi funzionale" in cui, in qualche decina di pagine, si descrive il funzionamento della propria idea.

Quando nel gennaio 2011 pensai a Egomnia avevo 18 anni e scrissi subito un documento di circa 40 pagine.

• Brevetto: Sì o No? - A questo punto è opportuno capire se l'idea avuta è un'idea talmente innovativa da potersi considerare "brevettabile" oppure se è un'idea non brevettabile. Se l'idea è brevettabile allora l'ideale sarebbe brevettarla (il costo è di qualche migliaio di euro se si pagano degli studi legali), se non lo è bisogna ingegnarsi per trovare il modo di tutelarsi al meglio (NDA, Mail, documenti, ...). Non abbiate però troppa paura di questo, prima o poi, se l'idea vale, qualcuno ce l'avrà in qualche altra parte del mondo e la farà, quindi il mio consiglio è partire!

Io per Egomnia ho depositato due domande di brevetto, ma ho comunque conservato un'email che mi sono inviato da solo il 3 di gennaio in cui descrivevo accuratamente l'idea di Egomnia.

• Cerca collaboratori - Poi inizia la fase di teaming, ovvero la ricerca di collaboratori. Questa è la fase principale perché segnerà la storia dell'azienda almeno per tutto l'avvio d'impresa: se si sbagliano i collaboratori si parte in svantaggio, se si trovano persone in gamba di cui ci si fida si è già in una posizione di vantaggio competitivo. Sceglieteli bene!

• Collaboratori, Co-fondatori o newCo? - In questa fase però bisogna realizzare se l'attività di teaming è finalizzata all'avvio d'impresa o alla ricerca di finanziamenti. Mi spiego meglio.

Se ho un capitale iniziale sufficiente per coprire i costi di avvio d'impresa potrei trovare i miei collaboratori e pagarli tenendomi il 100% della futura azienda, cosa che consiglio vivamente. Questo non comporta nessun obbligo di realizzazione di business plan, business case, documenti di high e low level, presentazioni, ecc... Se si volessero fare, è perché considerati un investimento che deve essere riconosciuto utile dal fondatore.

Se i costi di avvio d'impresa sono troppo alti si può comunque trovare uno o più collaboratori (che diventeranno quindi co-fondatori) concedendogli una % da definire della futura azienda. I co-fondatori dovrebbero preferibilmente avere caratteristiche e skills opposte l'un l'altro.

Se i costi di avvio d'impresa sono talmente alti da non si riuscire a partire con semplici co-fondatori proprio perché serve del denaro o delle strutture allora si possono richiedere i soldi a fronte di una quota della newCo. Questo comporta un minimo di investimento per la realizzazione di documenti. Chiaramente non si possono pretendere dei soldi se non si dimostra di meritarli. I documenti da preparare sono:

· OnePager: presentazione del business in una pagina

· Presentazioni: sia brevi che corpose

· Documenti: Presentazione dell'idea, del team, della storia, high e low level tecnici

· Business Plan: quando e come pensate di far diventare ricchi chi ha investito su di voi

· MVP: prototipo del prodotto finale

Gli incontri saranno diversi e dovrete prepararvi a presentazioni brevi di qualche minuto (anche di un solo minuto a volte) e a presentazioni (ve lo auguro) più lunghe. Ricordate che gli investitori investono principalmente sul Team.

• La realizzazione del progetto - Una volta capito chi è il team e chi è il finanziatore allora inizia la realizzazione del progetto vera e propria, che solitamente comporta qualche mese, ma dipende dalla grandezza del progetto e dal capitale a disposizione. 
L'idea solitamente si rivede man mano che il prodotto prende vita. Ovviamente non bisogna considerare solo il costo del lavoro tecnico, ci saranno da spendere soldi per il legale, per il marketing, ecc...

• Creare l'azienda - La costituzione dell'azienda solitamente avviene parallelamente a quando si lavora. Ora ci sono moltissime iniziative per agevolare la nascita startup.

Personalmente consiglio la "vecchia" Srl: se bisogna mettersi in gioco bisogna farlo seriamente.

Quando si è pronti per lanciare, o si parte con dei beta tester (persone che testano gratuitamente il tuo prodotto) oppure si lancia direttamente sul mercato.

Io mi sento di dire che se si aspetta il prodotto perfetto prima di lanciare si è folli, il prodotto perfetto prima o poi uscirà fuori: bisogna immettersi nel mercato il prima possibile. Inoltre non pensate di emulare un modello, magari preso da qualche altro sistema. Per esempio, non pensate che gli americani siano i migliori e che imitare il loro mondo sia vincente in Italia. Sono fesserie. L'Italia è diversa dall'America come di qualsiasi altro Stato, non c'è lo stesso sistema, non c'è la stessa cultura e non si fa business allo stesso modo. Se partite con la testa "americana" non farete un soldo in Italia.

"Il grande imprenditore è colui che sa adattarsi e che non pensa a come ricevere denaro da altri ma pensa a come guadagnare denaro e crescere"

 

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